Congo: "Deponiamo le armi"
Cari amici, pace e bene!
Dalla missione africana di San Bernardo, alla periferia di Kinshasa in Congo, padre Gianni invia notizie e fa proposte che ci interessano da vicino.
Non è molto che dall’Italia sono rientrato in Congo, ma mi sembra già un secolo. Qui piove moltissimo. Il caldo, invece, si fa sentire meno degli altri anni. La strada che scende alla missione di "San Bernardo" è impraticabile. Così siamo obbligati a fare un po’ di strada a piedi. Fa bene alla salute e soprattutto ci dà belle occasioni per stabilire nuove conoscenze e relazioni con la gente.
La grande scuola di nove aule, che stiamo costruendo dal mese di ottobre, ha già il tetto. Abbiamo appena riaperto i lavori, perché il cemento non si trovava e costava troppo. Ora stiamo facendo gli infissi e l'intonaco. I nostri cristiani partecipano con il loro lavoro e con l'aiuto. Contiamo anche di costruire un’altra scuola con dodici aule per le classi elementari. Il quartiere è sprovvisto di scuole e se c’è un aiuto vero che possiamo dare a questa nazione è proprio l’educazione e la formazione della gioventù. È una grande occasione anche per trasmettere la fede.
"La ricreazione è finita!"
La grande novità dell'anno che è passato è l’inizio della nuova repubblica, con le elezioni e il nuovo governo. C'era la paura che nuovi scontri potessero insorgere. Dio ci ha fatto grazia, e tutto è filato liscio. Mercoledì 6 dicembre, il presidente eletto Joseph Kabila, davanti alle delegazioni internazionali, ha giurato fedeltà alla costituzione. Si è impegnato a far fare al Paese un "salto di qualità". La sua frase "la ricreazione è finita!", fa da ritornello nei discorsi della gente. Certo, se si è trattato di "ricreazione", è stata una "ricreazione tragica", con tutte le morti e le distruzioni causate!
Bemba, il candidato perdente, non ha partecipato alla festa. Laurent Nkunda, signore della guerra nella parte orientale del Paese, si è scontrato ancora con l’esercito regolare. Permangono ancora molte "sacche" di ribelli e di ruandesi nascosti nelle foreste della zona orientale. In ogni caso, si nota già un grande cambiamento e le cose sembrano evolvere al meglio. Vedremo in seguito.
Anche i vescovi del Congo hanno scritto una lettera per accompagnare i cristiani e la nazione in questo momento storico. Parlano di "nuova era", "nuova partenza", "svolta". Invitano il popolo a "prendere il largo". Manifestano anche varie "inquietudini" e indicano alcune priorità di azione.
Fare la pace nel cuore
Dedichiamo questa settimana alla visita ai malati (la facciamo con gli stivali ai piedi), alle confessioni, e soprattutto al "ritiro" parrocchiale. Durante il ritiro, facciamo una colletta, frutto di piccole rinunce, per aiutare i poveri della missione.
Il tema del ritiro sarà la pace: non può esserci pace fuori, nel paese, nel quartiere, nelle famiglie, se l’uomo non fa pace nel suo cuore. Il cuore di un cristiano non può essere "in pace" quando vede gli altri nelle miserie più perse.
Bisognerebbe fare un presepio vivente dove ognuno va alla grotta a deporre tutte le sue "armi", magari anche quelle vere, fatte di metallo… Allora, scrutando l’orizzonte, vedremo magari sorgere un nuovo giorno. Come nel salmo, anche noi vogliamo esclamare: "Vogliamo svegliare l’aurora!". Questo paese è come un neonato che comincia a fare i primi passi. Per crescere ha bisogno di essere amato.
Cari amici, vi rinnovo il grazie mio e di questa gente, assicurandovi la nostra preghiera. Il Signore benedica noi e voi tutti, in questo nuovo anno 2007.