Skip to main content

Con i profughi del Ruanda, Un’esperienza che lascia il segno

Condividi su

Davvero, non è facile la vita nella repubblica democratica del Congo, come tanto spesso ripetono i suoi abitanti. Eppure, ogni giorno incontri fra la gente il miracolo supremo: la gioia di vivere. Alla domanda d'obbligo: "Che si dice?", risponde la formula invariabile: "Tutto bene!". E se prosegui: "Che cosa c'è di bene?", ti senti dire: "Anche oggi mi sono ridestato vivo!".

Il volto di questa gente affamata e delusa, fiorisce sempre nel sorriso.

Davvero, s'intravede lo Spirito di Dio che abita nel cuore dei suoi poveri.

Veri innamorati di Dio

Voglio parlarvi adesso delle esperienze vissute in questi anni, fra le più belle dei miei 50 anni di sacerdozio missionario. Il Signore mi ha fatto incontrare la popolazione che vive in esilio da 14 anni: sono i ruandesi fuggiti dal loro paese dopo la guerra civile. Sono in tanti ad accusarli di genocidio, di rifiuto ai trattati che impongono il loro rimpatrio.

Sono stati braccati per anni come animali da macello; tuttora non godono di nessuna protezione.

Fra loro ho scoperto le meraviglie dello Spirito: persone che hanno custodito o riscoperto la fede. Nella fede trovano il sostegno più sicuro, forse l'unico per la loro vita. Fra loro ho incontrato credenti innamorati della preghiera, impegnati a ridestare la fede tra i fratelli, a prezzo di fatiche e pericoli. Ho accolto persone venute da 15 giorni di cammino per ascoltare la Parola di Dio. Altri vivono come i primi cristiani, in comunità, condividendo lavoro e raccolto, casa e preghiera, in fraternità. Si avventurano in viaggi apostolici, per mesi e mesi, fra privazioni di ogni genere, come san Paolo, per evangelizzare. Sono autentici innamorati di Dio.

Sacerdote da 50 anni

Ho avuto il privilegio di accogliere questa gente nel nome del Signore, di benedire le loro nozze, di battezzare i loro bambini e i catecumeni, dopo tanti anni di abbandono. Ho vissuto fra loro le esperienze che riempiono il cuore di un prete missionario.

Mi appresto a celebrare il giubileo sacerdotale. Sì, sono passati 50 anni dalla prima Messa nel lontano 5 novembre 1958. Ho la gioia nell'anima, perché ritrovo la divina sorpresa di sentirmi ancora amato da Cristo, il meraviglioso e instancabile Amico di sempre, il Fratello buono che non ci abbandona mai.

È il Sole che scende nelle nostre acque oscure e le fa risplendere come il mare dello Stretto nell'ora del crepuscolo. Un giorno lo vedremo con i nostri occhi, ascolteremo la sua voce, accarezzeremo il suo volto.

Allora, finalmente, cominceremo a vivere.



Scarica questa edizione in formato PDF

Dimensione 2986.19 KB

Gentile lettore,
Continueremo a fare tutto per portarvi sempre notizie d'attualità, testimonianze e riflessioni dalle nostre missioni.
Grazie per sostenere il nostro Giornale.


Altri articoli

Edizione di Novembre 2021

8/2021 Thailandia: Nuovo pick-up per Um Phang

Da quattro anni, i saveriani in Thailandia sono presenti in maniera regolare a Um Phang e nella zona circostante, al confine con il Myanmar. Da gen...
Edizione di Ottobre 2021

Nelle difficoltà… l’annuncio

Lucia Santarelli, saveriana nata a Cesena nel 1930, ha svolto il suo servizio missionario prima in Brasile, poi in Sierra Leone, quindi negli Stati...
Edizione di Agosto/settembre 2013

Una giornata al capitolo dei saveriani

Domenica 23 giugno inizio il mio viaggio verso Tavernerio (CO), dove si svolge il 16° capitolo generale dei saveriani. Paolo Volta ed io, referenti...
Logo saveriani
Sito in costruzione

Portale Unico dei Saveriani in Italia

Stiamo finalizando la nuova versione del portale

Saremmo online questa estate!

Ti aspettiamo...

Versione precedente del sito