Come una foresta che cresce… Convegno missionario
Arriva l'estate. Per molti ragazzi si conclude l'impegno di un anno di studio, mentre i più grandi preparano la maturità o gli esami universitari. L'estate è il periodo in cui i giovani si ritrovano insieme per i campi di lavoro o per esperienze di riflessione e servizio. Sono numerosi coloro che, nel "silenzio" di una vita feriale, portano avanti il loro impegno di amici e discepoli di Gesù. Certo, i giovani hanno modalità diverse di sentire e vivere la fede, ma non per questo meno profonde e impegnative.
Un proverbio africano molto conosciuto afferma che "fa più rumore un albero che cade di tutta una foresta che cresce!". In questa pagina desidero dare voce a tanti giovani e ragazzi, la "foresta che cresce" di cui ci si accorge con fatica perché si tratta di eventi che non fanno "rumore"!
Ne ricordo tre, uno a livello nazionale e due locali, con un denominatore comune: l'amicizia con Gesù raccontata con la vita. In altre parole, l'essere discepoli e testimoni.
Organizzato da "Missio Giovani" (Organismo missionario della Conferenza episcopale italiana), il Convegno ha riunito a Frascati dal 28 aprile al 1° maggio più di 250 giovani da tutta Italia. Partendo dalla figura e dalla vicenda dell'apostolo Pietro, la riflessione si è concentrata sul modo di essere discepoli e testimoni: due modalità della vita cristiana che si completano...
Pietro, l'apostolo testardo
Sono stati tre giorni densi, carichi di riflessioni profonde, partendo dagli episodi della vita di Pietro, apostolo "testardo", ma innamorato di Cristo. Più di una volta ha cercato di insegnare al maestro a fare il Messia. È solo dopo l'esperienza del tradimento, dopo la dichiarazione di fallimento della sua esperienza con Gesù e la sua intenzione di tornare al suo mestiere di sempre, che viene "ri-pescato" da Gesù, pronto ancora una volta a parlargli con fiducia e a dirgli: "Seguimi!" (Gv. 21,19).
Molto gustosa si è rivelata la lettura di Pietro fatta da testimoni provenienti da culture e continenti diversi. Con la loro condivisione hanno offerto un'immagine molto ricca di questo apostolo che, per il suo modo di essere e di fare e per la sua fatica a entrare nel disegno di Gesù, ha molto da dire ancora oggi. Può sembrare strano un convegno giovanile centrato su un "vecchio"... Eppure, il dialogo è stato possibile, fruttuoso e arricchente.
Cercare e aprire vie nuove
Interessanti e promettenti sono stati anche i "laboratori" che hanno avuto per animatori e protagonisti i giovani stessi. I "laboratori della fede" (come li ha definiti il Beato Giovanni Paolo II), partendo da tematiche e problematiche del nostro tempo, hanno cercato di individuare e proporre passi concreti di impegno nei campi più vari: il dialogo interreligioso, la cultura dell'accoglienza, la legalità e la giustizia, l'impegno politico, l'affettività e la sessualità, la sofferenza, gli stili di vita. È stata questa la parte più faticosa; non è facile cercare e aprire vie nuove, individuare la strada che Gesù avrebbe percorso in questo nostro tempo e gli ambienti dove annunciare oggi il vangelo.
Le giornate di lavoro, riflessione, preghiera, condivisione e festa sono state costantemente accompagnate dal ritornello di uno dei due inni del Convegno, un incoraggiamento ad andare avanti con fiducia:
"Pietro, getta al largo le tue reti, non temere mai; Dio sarà con te. Pietro, in te è scritto che sarai testimone della Verità".