Come la famiglia di Nazaret
Padre Giovanni Montesi e padre Carlos Collantes sono stati i primi saveriani ad arrivare nel popoloso quartiere della periferia di Yaoundé, Oyom Abang. Essi vi trovarono solo un terreno coltivato e una chiesetta in argilla e paglia. Era vent'anni fa. Un cristiano del posto offrì loro la sua casa, proprio di fronte alla chiesa. Iniziava così, con uno stile di vita che assomigliava a quello della famiglia di Nazaret, la presenza dei saveriani nella capitale del Camerun.
Ai due pionieri della nuova missione “Gesù Buon Pastore”, si aggiunsero due studenti: il congolese Katindi Ramazani e il bresciano Gianni Brentegani. Oggi padre Katindi è da cinque anni rettore dei teologi saveriani a Yaoundé, mentre padre Gianni è superiore dei saveriani nella repubblica democratica del Congo.
Arrivati dai quattro continenti
Da allora è passata tant'acqua... Oyom Abang oggi è circondato da altri quartieri. Qui le case nascono ogni giorno: come i bambini... vivaci e affabili. Per cercare la missione “Gesù Buon Pastore” occorre entrare dentro il quartiere. La missione e la comunità dei teologi saveriani, infatti, sono un tutt'uno: inserite nel quartiere, nella vita della gente.
Da qualche anno la comunità è diventata più numerosa. Quest'anno è composta da 17 teologi, provenienti da sette nazioni di quattro continenti: uno dal Bangladesh, due dal Camerun, tre dal Congo, tre dall'Indonesia, uno dall'Italia, sette dal Messico e uno dalla Sierra Leone. L'équipe dei formatori è composta da quattro saveriani: padre Katindi, congolese, è il rettore della comunità; padre Renzo Larcher, italiano, è il parroco della missione; padre Paolo Tovo, italiano, è economo e professore di teologia; padre Yacobus Sriyatmoko, indonesiano, aiuta in comunità e in parrocchia. Tutti insieme, ognuno dà un prezioso contributo alla vita della parrocchia e alla formazione degli studenti saveriani. Una bella équipe e una bella comunità!
Nella città delle sette colline
I giovani saveriani studiano in un istituto di teologia, creato e sostenuto da un “consorzio” di istituti religiosi. Anche i saveriani ne sono soci fondatori. L'istituto si trova a 17 chilometri dalla nostra casa di teologia. Ogni mattina il pulmino, guidato da uno studente saveriano, carica gli studenti e si dirige verso la sede della scuola. Tornano a casa il pomeriggio, terminate le lezioni.
Ogni giorno attraversano la “città delle sette colline”, che si estende per 20 chilometri. Ogni quartiere è praticamente delimitato da una collina. Il centro città è armonico, pulito, perfino lussuoso, con strade larghe e asfaltate. Ben diverso è il paesaggio nei quartieri di periferia, dove vive oltre un milione di persone, quasi abbandonate a se stesse.
Studio, preghiera, apostolato, vita di comunità, accoglienza in casa di molte persone... Questa è la vita ordinaria dei nostri studenti che si preparano alla missione. La giornata fugge veloce! Un grazie sincero a tutti gli amici che ci aiutano, anche economicamente, a formare questi giovani apostoli del vangelo.