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''Come io vi ho amato…'', Dobbiamo solo crederci e fidarci di Dio

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Tempo di quaresima, tempo di conversione e di speranza. Un tempo santo che Dio ci offre perché cresciamo nella fede e miglioriamo la nostra vita. Ci avviamo verso la Pasqua, per celebrare la liberazione del popolo di Dio, che entra con Gesù nella vita nuova dei risorti.

A volte questa verità - lo dobbiamo confessare - ci pare uno slogan, soprattutto quando ci sentiamo scaricare addosso, ogni giorno, notizie di violenza e di morte, di famiglie che si spezzano, di famigliari che si uccidono, di anziani trattati male, di bambini che subiscono violenza, di guerre che scoppiano come bubboni su un corpo malato.

Per nostra fortuna, è vero!

Ancor più sentiamo che la speranza tende a spegnersi quando l'ingiustizia sembra invincibile e il male si fa arrogante e prepotente, fino a irridere chi cerca di comportarsi bene. Allora, come Giobbe, anche noi cominciamo a chiedere conto a Dio di quello che sta accadendo e ci chiediamo: sarà vero che il Signore ci ha salvati, che ha sconfitto il peccato mortifero, in modo che esso non domini più nella nostra vita?

Sì, per nostra fortuna e consolazione, è proprio vero. Questa è la speranza che la Pasqua viene a confermare anche quest'anno, in mezzo a questa lunga crisi che ci tocca non solo nei nostri affari, ma anche e più ancora nelle certezze della nostra vita: la certezza che il Signore ha vinto il male, il peccato, la morte; che il male non avrà più l'ultima parola: "Questa è la vittoria che vince il mondo, la nostra fede".

Perché il male continua?

Perché allora il nostro mondo sembra non risentire la gioia della salvezza? Perché il male continua a restare sulla scena del mondo? La risposta ce l'ha data molte volte il Papa e in quest'anno della fede ce l'ha ripetuta in continuità: perché troppe volte noi estromettiamo praticamente Dio dalla nostra vita e viviamo "come se Dio non ci fosse". Perché ci lasciamo guidare da principi che non sono quelli veri, che Gesù ci ha portato e per essere fedele ai quali egli è morto.

Gesù con la sua vita e la sua parola, e soprattutto con la sua morte, ci ha insegnato che il nostro Dio è il Padre di tutti noi, che ci ha creati per amore e ci introduce tutti nell'intimità della sua vita, senza distinzioni di razza, religione e meriti personali, che nulla si attende da noi se non la nostra fiducia e la nostra fede.

Egli, infatti, non ci misura sulle nostre opere, ma su quanto ci fidiamo del suo amore. Chiunque crede che Gesù è il Signore, che è morto per noi ed è risorto per la nostra salvezza, il Padre lo ammette tra i suoi figli e lo circonda del suo amore. Questo è il vangelo di Gesù, fondamento della nostra fede.

Il bello di lasciarsi amare

Il vangelo di Gesù sconvolgeva la religione del suo tempo, era un annuncio di liberazione e di semplificazione della religione. Gesù l'aveva sintetizzato nel comandamento nuovo che collega l'amore di Dio e quello del prossimo, dandoci una nuova misura dell'amore: "Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato", che si traduce anche "perché io vi ho amato".

Gesù non ci chiede di amare Dio, cosa che potrebbe essere difficile, ma di lasciarci prima di tutto amare da lui per essere in grado così di amarci anche tra di noi. Questa è la sintesi del vangelo. Ci dice che noi dobbiamo amare tutti perché lui ha amato noi, che siamo in grado di amare perché egli ci ha amato e che, amandoci, amiamo anche lui.

La nostalgia della speranza

Tre verità che, prese sul serio, possono cambiare la vita personale e sociale. Questo è anche il vangelo della «nuova evangelizzazione» che restituisce la bellezza alla nostra chiesa e alla vita cristiana. Questo è il nucleo del vangelo che noi missionari portiamo ovunque nel mondo e che voi, amici dei missionari, potete diffondere qui dove vivete, in sintonia con noi e con tutta la chiesa in questo «anno della fede».

È il vangelo che vogliamo far conoscere e soprattutto far vedere e sentire a chi non viene più in chiesa per ragioni su cui non tocca a noi indagare. Se vedranno che le comunità cristiane sono segnate dalla bellezza di questo comandamento nuovo, saranno presi dalla nostalgia della speranza cristiana che fa bella la vita. Questo è il cammino della quaresima e il vangelo della Pasqua, la certezza che ci sostiene. Buona Risurrezione!



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