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Chi chiama, ci aiuta a rispondere

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Caro direttore,

sono un assiduo lettore di "Missionari Saveriani", ma non ho mai avuto il coraggio di scrivere, non so proprio perché… Non ho un particolare argomento da esporre o su cui essere o non essere d’accordo. Sono già contento così, di potervi scrivere e basta. Ho un vuoto di memoria: quando leggo il vostro giornale mi vengono in mente tante cose, ora niente. Sembrerà strano, ma è così. 
Il giornale è una "manna", perché porta nelle nostre case una ventata di amore.

Da queste pagine arriva solidarietà, arriva il coraggio di gente come voi, che ha saputo dire di sì, dire di sì alla chiamata, che è partita senza esitazione. Io sono papà e sarei felice se mia figlia un domani mi dicesse: “Papà parto, perché c’è gente che soffre, gente che ha bisogno di me". Ecco forse quello che mi ha spinto fino a voi è questo. Sento dentro di me il bisogno di aiutare e di essere aiutato. Grazie di tutto; grazie perché da queste pagine portate quello che oggi è più necessario: la pace.
Mi firmo come un laico, ma che vi è tanto vicino. Continuate così e che il Signore vi benedica.

  • Armando, via e-mail

Caro direttore,

complimenti per la rinnovata veste editoriale, tutta a colori e ricca di contenuti. Vi si trova di tutto, informazioni e formazione, con uno stile tipicamente saveriano e missionario. Lo leggo tutto con piacere, e se qualche volta non arriva, ne provo rammarico. Ormai ci sono affezionata, soprattutto perché mi parla di voi, di tanti cari amici sparsi nel mondo e della mia amata Brescia, nella quale ho vissuto un quarto della mia vita.
Le unisco alcuni nuovi indirizzi e il mio piccolo obolo, perché il giornale sia sempre più conosciuto, letto e amato. Un caro saluto a tutti voi e un fraterno abbraccio.

  • Lucis, Trento.

Care lettrici, cari lettori,

lettere così fanno bene anche a noi, che "abbiamo detto di sì, senza esitazione", come ci ricorda l'amico Armando. Ma tutti, anche ognuno di voi, tante volte nella vita avete detto "sì" a chi chiamava; continuate a dire "sì" a chi ancora chiama: al Signore, ai figli, ai genitori, ai missionari, alle genti del mondo intero. Voi e noi insieme, siamo composti di fede e coraggio; siamo composti anche di incertezza e debolezza. I nostri momenti migliori sono quelli in cui riusciamo ad essere testimoni spontanei di quanto vediamo, ascoltiamo, viviamo: nei nostri rapporti con Dio e con l'umanità che ci circonda.

Che bello sentire un papà che si apre alla felicità, anche solo al pensiero che una figlia o un figlio possa mettersi a disposizione degli altri, solo perché "hanno bisogno". Chi ci chiama, ha bisogno di aiuto; chi chiama, ci aiuta: a rispondere!

  • Fraterni saluti a tutti. p. Marcello Storgato, sx.


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