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Capitolo Generale Saveriani: Un Momento di verifica e di programmazione

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Intervista a p. Franco Sottocornola

Il Capitolo Generale è avvenimento più importante della vita di un Istituto religioso. Ogni sei anni, di solito, raccoglie Delegati da ogni parte del mondo, per una verifica del cammino, una consultazione su temi e problemi di maggiore importanza nella vita della Congregazione, per progettare il futuro ed eleggere la nuova Direzione Generale che guiderà l'Istituto nei successivi sei anni. Quest'anno il Capitolo Generale dei Saveriani, il XIV0 della sua storia ormai centenaria, si è svolto per la prima volta fuori dell'Italia, in Messico. Perché?

Il Messico, proprio quest’anno, celebrava il 50mo anniversario della presenza dei Saveriani. Inoltre attualmente il Messico è il popolo che fornisce maggior numero di vocazioni all’Istituto. Era giusto sottolineare queste circostanze con la celebrazione in Messico del Capitolo Generale. Di fatto l’accoglienza è stata molto cordiale e calorosa, “messicana”. I confratelli del posto hanno fatto tutto il loro possibile per il buon svolgimento dei lavori del Capitolo.

Hanno organizzato escursioni per fare conoscere ai padri Capitolari le varie Case dell’Istituto, ci hanno fatto incontrare con benefattori ed amici e soprattutto ci hanno fatto sentire dall'inizio alla fine la presenza materna di Nostra Signora di Guadalupe, così cara al popolo messicano.

Il documento più importante del Capitolo è stato quello riguardante "La missione dei Saveriani all'inizio del Terzo Millennio". Quali i punti più importanti di questo documento?

In un'epoca di grandi cambiamenti sociali e culturali come la nostra, e in un momento in cui il carisma del Beato Guido Conforti viene condiviso con numerosi altri popoli (abbiamo ora confratelli da dodici Paesi!), era importante precisare e formulare con rinnovata chiarezza la nostra identità missionaria.

Ciò è stato fatto, naturalmente, attingendo alle direttive della Chiesa sulla missione contenute nei documenti del magistero dal Concilio Vaticano II in poi, ma, più specificamente, attraverso una rilettura del nostro carisma saveriano, come voluto dal nostro Fondatore e come si è venuto attuando concretamente nel contesto storico in cui l’Istituto si è trovato a vivere, in questa nostra epoca, nei Paesi in cui viviamo e lavoriamo.

Cinque anni di lavoro paziente da parte di tutti i confratelli, nelle venti Circoscrizioni in cui i Saveriani sono divisi, hanno permesso di raccogliere ed elaborare materiale e informazioni, riflessioni e proposte che sono state sottoposte alla considerazione dei padri Capitolari. A partire da questo prezioso materiale che condensava tanta esperienza e tanta "vita" missionaria, i padri Capitolari hanno messo insieme un breve testo che vuole riaffermare, innanzitutto, l'importanza e la bellezza, ma anche l'attualità e l'urgenza anche oggi, della vita missionaria come "carisma" o dono speciale nella Chiesa.

Questo “carisma” o dono consiste nella chiamata da parte di Dio, per mezzo della Chiesa stessa, a donare tutta la propria vita a servizio di quella che il Beato Conforti chiamava “la causa più santa”, ossia l’annuncio del Vangelo di Cristo a quanti ancora non lo conoscono. Le caratteristiche di questo dono speciale sono espresse nei tre termini: “a quanti ancora non conoscono Cristo”, uscendo dal proprio Paese”, “per tutta la vita”!

Il Vangelo che annunciamo è il più bel dono che possiamo condividere con l’umanità.

Perché non c’è dono più grande che Dio ha fatto al mondo! L’incarnazione del Figlio di Dio, ossia Dio che viene ad abitare in mezzo a noi come essere umano, la sua morte e la sua risurrezione,  il suo invito a diventare, e vivere, come suoi figli, in una sola famiglia adunata intorno a Cristo, sono queste le componenti del "mistero", ossia del progetto di salvezza del mondo che Dio ha tenuto nel suo cuore fin dall'inizio della storia umana, che, nella pienezza dei tempi, ha rivelato ed attuato per mezzo di Cristo, e che viene fatto conoscere a tutta l'umanità per mezzo del servizio missionario che i discepoli di Cristo sono chiamati a rendere al mondo.

Davvero non c'è dono più grande, non c'è servizio più prezioso. È da qui, e solo da qui, che può venire al mondo la vera giustizia, riscaldata dall'amore, che apre la via alla pace; e può nascere la speranza, nutrita dalla fede, che apre gli orizzonti di un destino eterno, sacro, ineffabile per l'umanità ... la cui luce già fin d'ora trasforma questa nostra vita in vita eterna, e la illumina con i raggi di una gioia vera e senza fine.

Noi missionari nella Chiesa siamo "memoria storica".

Dobbiamo testimoniare un ritorno semplice ed autentico al Vangelo, come forma di vita. Non basta un annuncio a parole e neppure formulato in idee per quanto belle ed attraenti. Occorre "viverlo" il Vangelo. Come la vita si comunica solo da chi la vive, così il Vangelo che è Vita, pienezza di Vita, si comunica solo vivendolo.

Occorre che il missionario, il discepolo di Gesù inviato a predicare il suo Vangelo, lo porti nella sua vita e con la propria vita... Così pure la Comunità cristiana che invia missionari a portare il Vangelo ad altri popoli, deve innanzitutto essere esempio di vita secondo il Vangelo, testimone della trasformazione, e della gioia, che esso porta nella nostra vita.

Qualche ricordo particolare ael Capitolo?

Come bergamasco la gioiosa constatazione che i padri Capitolari originari di Bergamo erano ben 10, su un totale di 43 ! Anche il Superiore Generale è bergamasco, di Rovetta.



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