Camerun: idee, progetti e problemi
Il lavoro non manca davvero!
Nonostante le difficoltà, l’attività di missione va avanti. Sappiamo che è dura, ma sappiamo anche che proponiamo dei valori che possono servire a questa gente. Con tatto e intelligenza ci muoviamo fra loro, tenendo conto del fatto che i cristiani sono circa il 10% della popolazione, mentre nel nord si è diffuso l’islam e il resto segue la religione tradizionale, con una preoccupante diffusione delle varie sette.
Laboratori, corali e scout
A livello di diocesi, i saveriani fanno un tentativo di promozione umana. Abbiamo avviato laboratori professionali che permettono di conservare l’antica arte dell’uso delle erbe officinali e abbiamo attivato una scuola professionale con corsi per diventare muratori, elettricisti, meccanici e falegnami. Abbiamo impiantato anche una falegnameria di buon livello. Per le ragazze, invece, proponiamo un corso di taglio e cucito. Vediamo che i giovani arrivano e imparano.
Poi ci sono molti gruppi di animazione per i giovani e i bambini. Cerchiamo di creare delle vere comunità di quartiere in cui tutti, al di là dell’appartenenza tribale, possano convivere serenamente. Ci sono anche le corali e i gruppi scout di cui sono responsabile regionale. Cerchiamo di entrare in contatto culturale con i capi dei villaggi, perché è un modo di raggiungere, tramite l’autorevolezza di chi guida le comunità, tutti i componenti della comunità stessa. Insomma, i problemi sociali non mancano, ma noi non ci arrendiamo.
Il campetto ben attrezzato
Ai Paesi occidentali fa gola l’oleodotto che arriva in Camerun dal Ciad. A noi missionari, invece, e alla chiesa locale interessa soprattutto costruire una comunità umana e cristiana dignitosa. Ora vorremmo iniziare a costituirne una nuova nella zona di Nefa. Mi piacerebbe creare anche un luogo di aggregazione, perché non ci sono strutture per i giovani.
Essendo arbitro di calcio, considero lo sport un potente mezzo per far sì che i ragazzi stiano insieme. Confrontarsi su un campo da pallone è sempre meglio che vivere nella diffidenza e nella paura dell’altro! L’idea è quella di costruire un campetto polivalente di 50 x 30 metri, dotato di un locale per gli incontri e di materiale per giocare a pallavolo, calcetto, pallacanestro e pallamano. Il costo si aggira sui 15 mila euro e il lavoro verrebbe svolto interamente dai muratori della missione e dai giovani, impiegati per lo scavo e i lavori di manovale.
Speriamo di riuscire a realizzare anche questo piccolo, grande progetto.