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Bibbia in America Latina: In Brasile, i gruppi del vangelo

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La buona novella alla portata di tutti

L’origine dei gruppi del vangelo. Parlo di quelli nati a Bujaru, 34 anni fa, e che continuano tuttora: donne, uomini e bambini, attorno alla Parola di Dio, riuniti una sera per settimana, nelle case degli stessi partecipanti e coordinati da una persona - “monitor”, preparata per questo servizio.

2006 10 Bibbia2Il primo corso di formazione per i “monitor” dei gruppi del vangelo, si è svolto a metà settembre del 1972, nella scuola parrocchiale “Sagrada Família” della cittadina di Bujaru, in Amazzonia. A quel tempo, alla guida della chiesa di Abaetetuba c’era il compianto mons. Angelo Frosi. Durante un ritiro spirituale, padre Mario Pezzotti e io avevamo conosciuto suor Elena, che lavorava nel settore della catechesi e dell’evangelizzazione per i vescovi del Brasile. Era venuta ad Abaetetuba, invitata dal vescovo, per predicare il ritiro a noi saveriani.

Durante il ritiro, non ricordo come, si parlò dei gruppi del vangelo. Padre Mario ed io combinammo subito con la suora: volevamo iniziare quell’esperienza anche nella nostra parrocchia. Suor Elena s’incaricò di formare l’équipe che avrebbe organizzato il corso: assieme a noi due, responsabili della parrocchia, invitò altri due sacerdoti esperti di apostolato biblico: p. Pacifico di Acre e p. Giovanni di Rio de Janeiro.

Il primo corso per formare i “monitor”

A quel primo corso parteciparono una trentina di uomini e donne, già impegnati nelle comunità della città e della campagna, e tutte le insegnanti della scuola parrocchiale.

Per aiutare i partecipanti a prendere coscienza del valore della Parola di Dio nella nostra vita, gli esperti utilizzarono alcuni simboli. Nella prima conferenza, padre Pacifico disegnò sulla lavagna un grande occhio spalancato. Poi parlò e fece parlare sulla reale situazione vissuta dalla gente.

Utilizzando altri due simboli importanti - il cero pasquale acceso e la bibbia aperta -, suor Elena e padre Giovanni parlarono della persona di Gesù e del suo modo di vedere e di comportarsi nella reale situazione vissuta dalla gente del suo tempo.

Ricordo che era seguita una lunga e interessante riflessione su Gesù, condivisa tra i partecipanti che hanno cercato di rispondere alla sua domanda: “E voi, chi dite che io sia?”.

Alla fine, ci siamo domandati: se Gesù ha incominciato la sua missione di evangelizzazione fondando “un gruppetto”, perché non facciamo lo stesso anche noi, qui a Bujaru?

Il primo incontro dei gruppi del vangelo

Così, proprio nel mezzo della settimana, tutti i partecipanti al corso sono stati inviati nel paese e dintorni, per invitare la gente a partecipare al primo incontro dei “gruppi del vangelo”. Quella prima missione fu un vero successo. Tutti i corsisti erano tornati raccontando l’accoglienza ricevuta nelle famiglie e l’adesione gioiosa a quella novità.

Il giorno seguente l’abbiamo speso a preparare il primo incontro del gruppo del vangelo, che si teneva quella stessa sera. Questo era lo schema dell’incontro, che poi abbiamo sempre mantenuto: 

  • - un canto iniziale
  • - una domanda: come stiamo trascorrendo la settimana?
  • - lettura del vangelo della domenica, con due domande per aiutare la riflessione: che cosa mi ha impressionato di più? che cosa richiede, a me e a noi, questo vangelo?
  • - preghiera spontanea e il Padre nostro
  • - il giorno e la casa per il prossimo incontro e canto finale.

Non poteva mancare una bella revisione di quel primo incontro, una conferenza sulle “buone maniere” dei monitor e sulla necessità di prepararsi bene all’incontro del gruppo del vangelo.

Un ciclostilato pieno di “fioretti”

È nato anche un giornalino ciclostilato dal titolo, “Somos Irmãos - Siamo fratelli”, come supporto alle comunità e ai gruppi del vangelo di Bujaru. Il giornalino aveva un messaggio editoriale; le notizie arrivate dai vari gruppi e comunità; lettere e avvisi vari; la pagina dei gruppi del vangelo, con la citazione del vangelo da leggere e su cui riflettere, dieci righe di commento e le due domande: che cosa mi ha impressionato di più? che cosa richiede, a me e a noi, questo vangelo?

Nei giornalini di quei primi anni, particolare attenzione meritano le esperienze della gente: bambini e adulti raccontavano, negli incontri, come avevano messo in pratica il vangelo ascoltato. I monitor dei vari gruppi, infatti, spedivano al giornalino “Somos Irmãos” proprio quei “fioretti” di vangelo vissuto dai cristiani nella loro vita quotidiana.

La stessa proposta di Gesù

La parrocchia di Bujaru, dal sorgere dei gruppi del vangelo a oggi, come tutto il resto del Brasile, è stata sballottata dalle ventate della storia: i cambiamenti sociali e politici; il susseguirsi di operatori pastorali (sacerdoti, religiosi, religiose e laici) eterogenei e, a volte, con idee e prassi contrastanti; spesso persino la noncuranza da parte dei responsabili della pastorale, nei riguardi dei gruppi del vangelo…

Ciononostante, i gruppi del vangelo continuano a radunarsi. Poche persone, ma molti gruppi - ancor oggi superano il centinaio -, tutte le settimane si radunano attorno alla Parola di Dio. È interessante anche notare le statistiche: in proporzione agli abitanti, nella diocesi di Abaetetuba la parrocchia di Bujaru è quella che meno si è lasciata influenzare dalle proposte di altre religioni e sette.

Sono convinto di questo: i gruppi del vangelo, più che una strategia, sono la buona novella alla portata di tutti. Sono la stessa proposta di Gesù, Parola fatta Persona, presente dove due o più si radunano nel suo nome e nella sua volontà. Alle origini di questa avventura cristiana, abbiamo sentito quella presenza divina.

Credo davvero che sia stato il Signore ad evangelizzarci.

Assieme alla gente, abbiamo capito che evangelizzare non è altro che vivere e aiutare a vivere il vangelo.



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