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Anche i genitori sono missionari

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Da: Giannattasio, Marano

Nell'impegno missionario dei figli sono coinvolti anche i genitori. Si apprezza la loro vicinanza ancor più quando vengono a mancare. Il 3 agosto scorso è morta la signora Lina Salvati in Giannattasio; l'11 agosto è morto il signor Matteo Marano. Ambedue di Salerno, erano genitori di missionari. Presentandone un breve profilo, riconosciamo il loro affetto alla famiglia e la loro dedizione alla missione.

Lina, mamma missionaria

Una donna piccola e riservata, ma con un carattere forte e deciso, che le aveva consentito di tirare avanti la famiglia anche dopo la scomparsa dello sposo Lorenzo, ben 21 anni prima. Dei cinque figli, uno è missionario saveriano, attualmente a Brescia; due sono attivi nel "laicato saveriano". I figli la chiamavano "grande madre" e "formichina".

Come "madre", aveva educato i figli ad essere persone libere, nelle loro scelte di lavoro e di servizio all'umanità, secondo i valori cristiani che lei stessa viveva. Capitava a volte che gli impegni portassero a trascurare un po' la madre, ma non se ne lamentava: capiva, si teneva informata, incoraggiava.

"Formichina" è un nome strano, ma esprime bene il suo instancabile lavoro: risparmiava, senza rinunciare a una vita decorosa con i figli, perché con poco sapeva fare cose stupende. Sapeva valorizzare le cose e soprattutto il tempo di ogni giornata, vivendo con serietà e serenità tutti i suoi impegni, anche i più semplici. Il suo affetto e i suoi consigli erano profondi, ma sempre discreti.

Quando il figlio Rosario è diventato saveriano, mamma Lina ha accolto nel suo cuore anche la famiglia saveriana, seguendo con la preghiera e l'affetto il figlio e tutti i missionari, vicini e lontani. Era una lettrice assidua di "Missionari Saveriani"; ne commentava gli scritti e li raccontava ai vicini.

Matteo, papà missionario

La figlia Angela, laica saveriana di Salerno, era missionaria a Goma, in Congo. Era dovuta tornare a casa per assistere il papà di 82 anni. Lo ricorda così:

"Al crepuscolo della vita mi hai donato l’ultimo bacio, tra il sudore e il dolore. Per me hai vissuto di speranze e fatiche, a sostegno e guida. Sei stato il faro nel momento delle decisioni. Ci hai amato e hai amato la vita. Hai coltivato la bellezza del lavoro e dei suoi frutti, e ne hai gustato il sapore. Hai avuto fede e hai compreso l’impegno e la gioia del dono; perciò mi hai accompagnata nella partenza.

Grazie, papà. Ora nel silenzio, sei tra le braccia del Padre celeste. Nell’attesa… il tuo sorriso rimanga impresso nei nostri occhi e le mie lacrime siano come rugiada sulle foglie del primo mattino".



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