Abitare… abitando la vita
Domenica 15 novembre è iniziato il cammino di formazione, promosso dal centro missionario diocesano di Venezia. Il tema di quest’anno avrà come parola chiave “abitare”. Un bel gruppo di persone ha ascoltato e partecipato con interesse a quello che don Paolo, direttore del Cmd, ci ha proposto.
Sappiamo vivere con bontà?
Abbiamo scoperto che c’è un modo nuovo di parlare per farci capire, per trasmettere il messaggio evangelico. Insomma, la chiesa e le nostre comunità devono interrogarsi su cosa stanno dicendo al mondo e se viene compreso.
Ci sono, in ogni tempo, infiniti modi di abitare la vita, per questo dobbiamo percorrere la terra nell’umile e quotidiano cammino a piedi nudi, come aveva chiesto Dio a Mosè nella visione del roveto ardente. E Francesco, concreto come sempre, nel suo discorso al convegno di Firenze, dà tre suggerimenti: umiltà, disinteresse e gioia. Si abita e si costruisce insieme a tutti, senza escludere nessuno.
E allora diventa spontaneo farci delle domande che ci possono aiutare ad abitare meglio la vita. Quali abitudini abbiamo imparato per vivere con bontà tutte le relazioni? Quali sono le sfide per abitare oggi da cristiani la terra? Cosa dovremmo cambiare?
Non c’è due senza… te
Domenica 13 dicembre 2015, il secondo incontro di formazione missionaria si inseriva nell’anno giubilare della misericordia. Partendo dall’icona di Cristo che porta sulle spalle l’uomo, potremo contemplare il mistero della misericordia. Conservando nel cuore, nella propria esperienza di vita, la Parola di Dio, Parola di misericordia. Noi creati a immagine di Dio, dobbiamo aprire la porta santa del nostro cuore così che sia sempre un cuore di carne. Nonostante il limite del nostro peccato, abbiamo la speranza di essere ugualmente amati per sempre.
Dopo la pausa, abbiamo iniziato il secondo tema: “Non c’è due senza te”. D. Paolo ci ha ricordato che la vita è un tessuto dai molteplici fili, fatto da tante mani. È frutto di relazioni, perché tutto nasce dalla relazione. La missione è un tessere insieme, con realtà diverse, ognuno con la propria originalità. Abitare la vita è permettere all’altro di stare in un “luogo”, sentendosi a casa.
Missione è abbracciare l’umanità
Nel terzo incontro, don Paolo ha continuato la sua riflessione sul tema dell’abitare il mondo. Abbiamo ascoltato alcune frasi di scrittori e filosofi, tra cui “la bellezza salverà il mondo” di Dostoevskij. Poi, Arturo Paoli, missionario in America Latina, ci ha ricordato che “il misericordioso, di nome Gesù Cristo, è il giusto sofferente in un mondo ingiusto”.
Soprattutto, come ricorda papa Francesco, deve diventare ascolto del grido dei poveri e della terra. E questo comporta delle scelte quotidiane, perché, prendendosi cura della terra, ci si prenda cura anche degli uomini.
La missione, quindi, è abbracciare con fede e delicatezza tutta l’umanità e l’universo intero. Dobbiamo dilatare il nostro cuore, perché la natura è un’eredità gratuita da proteggere, uno spazio per la convivenza e per la responsabilità di tutti.
Così, davvero, cominciamo ad abitare da protagonisti il mondo.