Abbiamo vissuto il mondo
Nel numero di agosto/settembre, abbiamo parlato dell’esperienza dei giovani a Scampia e Taranto. Ora, possiamo saperne di più, anche attraverso i commenti dei partecipanti.
Ci ritroviamo a Scampia con un gruppo di giovani di Como e uno di Parma. Sono 11: Diego, Maria, Roeld, Dawit, Serena, Simone, Miriam, Claudia, Elisabetta, Lucia e Andrea. Eravamo a Casa Arcobaleno, presso i Fratelli delle scuole cristiane (de la Salle) e abbiamo trascorso una settimana animando un Grest per una quindicina di bambini. Nel pomeriggio, andavamo al campo Rom di Giuliano sempre per un Grest.
Ciò che mi ha più colpito di Scampia era il desiderio di famiglia espresso dai bambini e dai giovani. Diceva Massimo: “Il sogno della mia vita è di sposarmi, avere un lavoro, due figli e dimostrare ai miei genitori, come si fa i genitori”. Massimo aveva il padre in prigione e la madre aveva tre figli con tre uomini diversi, lui viveva coi nonni.
Invece, la prima domanda dei bambini Rom era la scuola. Da due anni il Comune di Napoli non ha i soldi per pagare gli scuolabus. Di conseguenza, 250 minori non sono scolarizzati. Il campo di Giuliano è uno dei 4 campi Rom di Napoli e non è autorizzato. Non ci sono le fogne, né l’allacciamento dell’acqua e della luce. Sono 30 anni che vivono in quell’area e, dopo l’ennesimo sgombero, occupano abusivamente il frutteto di un signore.
A Taranto, siamo stati accolti dai saveriani. Abbiamo avuto l’opportunità di visitare diverse realtà e di godere delle bellezze di una città molto antica, ricca di storia (fondata da Sparta nel III secolo a.C.), di cultura e di mare. Abbiamo visitato il quartiere Tamburi, vicino all’acciaieria ex-Ilva. Abbiamo incontrato p. Nicola Preziuso, cappellano da 41 anni, che ci ha narrato la vita degli operai e delle loro famiglie. Nel suo quartiere, l’incidenza del tumore ai polmoni è tre volte maggiore che nel resto d’Italia. Ha anche condiviso le ricchezze del contesto operaio: il valore della solidarietà, dell’amicizia e del dialogo… La vita di molte famiglie dipende da questa azienda.
Un altro incontro è avvento alla comunità terapeutica per persone tossicodipendenti “Airone”. Abbiamo conosciuto 6 donne dai 20 ai 41 anni, che lottano contro la dipendenza. Ci hanno condiviso la sofferenza di non avere una famiglia alle spalle che le possa aiutare. “Sono caduta nella droga per curiosità - Io invece perché volevo spegnere le mie emozioni, non volevo più sentire la sofferenza”. È stato un miracolo assistere all’incontro tra la vita nascente dei nostri adolescenti del Nord che desiderano cambiare il mondo e quella di donne ferite ma desiderose di riscatto per sé e per le proprie vite. I due gruppi hanno condiviso le rispettive esperienze.
Siamo rientrati a Como e la nostra missione comincia ora. Ecco qualche pensiero dei nostri ragazzi: “Ho visto la luce negli occhi dei bambini Rom, ho sentito una chiamata: «Anche tu sii luce!»”. “C’è un bambino Rom, Xavier, che mi ha chiesto di rimanere con lui: «Ho bisogno di qualcuno che mi possa aiutare»”. “Sono felice, prima pensavo solo a me stesso e alla mia famiglia, qui ho vissuto il mondo”.
Un altro giovane ha detto che il nostro gruppo è nato grazie a questo viaggio. Ora, va mantenuto vivo attraverso la missione che il Signore ci affida. All’inizio, i genitori erano timorosi, al ritorno erano felici di ritrovare i loro figli che, nonostante la fatica, avevano un sogno nel cuore: “fare del mondo una famiglia”.
Per chi desidera vedere un video-riassunto del nostro campo ecco l’indirizzo: https://youtu.be/C_DPHcvWV74