A scuola di… missione
Paolo e Paola sono i genitori di Franco, un ragazzo tossicodipendente di 35 anni, e grazie ai missionari Saveriani, da qualche tempo, incontrano giovani alunni delle scuole di Erba. “Quando entriamo in classe non sappiamo cosa dire, poi ci basta guardare i volti dei ragazzi e troviamo l’ispirazione”. La loro lezione si chiama “Missione e libertà” e ha come obiettivo aprire gli occhi sulla realtà della tossicodipendenza.
Paolo e Parla raccontano ai ragazzi la loro storia. “La tossicodipendenza è la malattia della famiglia. Si ammala tuo figlio e ti ammali pure tu che non hai nemmeno toccato una sigaretta”. I genitori per anni hanno lottato contro la dipendenza del figlio. Hanno fatto i carabinieri, gli investigatori, si sono improvvisati psicologi finché hanno conosciuto “Familiari Anonimi” (FA). È una fratellanza su base spirituale, cioè insegna alle persone vicine al tossicodipendente ad affrontare il mostro della droga attraverso un lavoro su di sé.
Quello che mi stupisce di Paolo e Paola è l'amore che nutrono verso il proprio figlio. “Non possiamo cambiare nostro figlio, lo possiamo solamente amare”.
Gli alunni che hanno seguito la loro testimonianza hanno scoperto che missione è vita. Nella misura in cui una persona apre il suo cuore per farlo leggere agli altri, nasce comunione, condivisione, empatia. Ciò fa crescere il ragazzo, lo interessa e coinvolge. Quella sulle dipendenze non è stata l’unica lezione, c'è stato spazio per il Camerun con la mia testimonianza e per Scampia (NA) con Serena e Claudia, due ragazze M6 che hanno narrato la loro avventura estiva. A dirigere l’incontro è stato Paolo, l'animatore dei giovani missionari che oltre a presentare gli invitati offre ai ragazzi gli spunti per il lavoro personale.
La domanda del primo corso era: “Qual è il tuo sogno?”. I ragazzi sognano la felicità, desiderano diventare grandi scienziati per salvare il pianeta, sognano di amare e di essere amati. La seconda domanda è: “Qual è la tua missione?”. La risposta è stata: “La mia missione è amare me stessa per essere in grado di amare gli altri. La mia missione è regalare un sorriso ai bambini del mio oratorio. Missione è parlare con i miei genitori e accettare mio fratello più piccolo che ha bisogno di me”.
Così, tra una canzone e una lacrima, un giro per il mondo e l’immedesimazione con il dolore degli altri, la Parola di Gesù risuona nelle classi della scuola ed i ragazzi crescono, si rinvigoriscono e credono nella forza dei loro sogni, scommettendo su un amore più grande.