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A piedi… trainando p. D’Aviano

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Rita Bressa, sindaco di Cimolais, ha dato il via domenica 25 marzo al "giro d'Italia" a piedi di Marcello Martini, l'artista valcellinese che nessuno ostacolo ha fatto recedere dal suo proposito di camminare dal Friuli fino a Roma, in compagnia del "Beato Marco d'Aviano", da lui scolpito su commissione del Comitato per la canonizzazione.

Un carretto "fai da te"

Il Comitato, peraltro, avrebbe voluto inviare l'opera direttamente alla sua meta, la missione del Burundi dove lavora p. Ernesto Tomé. "Il lavoro d'arte è terminato, ma non a livello delle emozioni", ha dichiarato invece un tenace Martini, che si è così accinto all'impresa ben attrezzato. Infatti, ha confezionato di sua mano il carretto, con tanto di fanale, sul quale ha fatto salire il blocco di pietra - ben 120 chili! - da lui modellato con le sembianze di un beato d'Aviano deciso e proteso in avanti, croce in mano ben in evidenza.

Partito da Cimolais dopo la messa e benedizione impartita dal parroco don Umberto Pistrino - erano presenti i tre sindaci di Claut, Erto e Cimolais - Martini ha percorso anche 60 chilometri al giorno (la forza motrice è prodotta dal petto agganciato al carretto). Ha attraversato la Romagna, gli Appennini, facendo sosta ad Assisi, culla del francescanesimo.

La benedizione del Papa

Martini, 60 anni, è impavido e nella città eterna è riuscito ad arrivare puntuale per domenica 22 aprile e il Regina Coeli del Papa, in quella piazza San Pietro che padre Marco mai poté vedere. Il buon artista un po' ha "riscattato" quell'affronto... con il supplemento di fatica di trasportare fin laggiù colui che pure a piedi viaggiò tre secoli fa per le strade dell'Europa!

In piazza San Pietro è arrivato anche il gruppo giunto dalla Valcellina, con i sindaci di Cimolais ed Erto, per congratularsi con Marcello Martini. Benedetto XVI ha salutato "la delegazione di Pordenone per la quale benedico la statua del Beato Marco d'Aviano". Il papa tedesco conosce molto bene la figura di Padre Marco quale evangelizzatore dell'Europa che a Roma mai arrivò, ma che nella Baviera di Ratzinger si portò più volte nel corso dei suoi viaggi missionari ricchi di frutti spirituali.

"Nell'anniversario della beatificazione (27 aprile 2003), questo saluto papale è di grande auspicio", ha sottolineato il postulatore della causa padre Florio Tessari. E i promotori dell'oneroso viaggio, iniziato un mese prima da Cimolais (720 i chilometri percorsi), erano davvero felici di quell'impresa così "folle". Ora, l'opera scultorea può davvero partire per la missione dei saveriani a Kamenge, in Burundi.



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