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Come stanno i saveriani in Congo RD, dopo la recente alluvione? Sandra, Genova

Cara Sandra,
il 17 aprile in una parte della città d’Uvira (Congo RD) “un torrentaccio ha portato giù dalla montagna fino al lago Tanganika pietroni e un mare di fango, seppellendo nel passaggio case e gente!” (p. Trettel). Si sono perse decine di vite umane (almeno 30, finora, ma molti mancano all’appello e altri sono ancora seppelliti dal fango o trascinati). Le strade sono interrotte, i ponti caduti; più di 3.500 le case distrutte e quasi 78mila le persone (oltre 5mila famiglie) danneggiate. Anche la casa delle saveriane ha subito seri danni ed è inabitabile. Il rischio è che il dolore di questo popolo venga dimenticato perché la grande attenzione di tutti è oggi sull’emergenza Coronavirus. Noi saveriani siamo i “padri fondatori” della diocesi di Uvira, vi siamo presenti con alcuni confratelli impegnati nell’animazione missionaria e vocazionale.
Tra l’altro, in Africa - dice l’ONU - rischiano di morire, colpite dal virus, più di 3 milioni di persone. Il 56% della popolazione urbana si trova in zone marginali e senza servizi di base, mentre solo il 34% può lavarsi le mani con regolarità.
Il Covid-19 è arrivato anche in Amazzonia. P. Panichella scrive: “La situazione è allarmante per il numero di persone contagiate che muoiono, senza accesso a cure. I numeri ufficiali, la punta di un iceberg, indicano sono il 10% dei malati”. “A Manaus - scrive p. Curnis (PIME) - nessuno ha creduto davvero alla pericolosità del virus. Si diceva che con il caldo di queste latitudini non sarebbe successo nulla. Ora ci troviamo nel mezzo di una tempesta. Le ambulanze non trovano posto dove lasciare gli ammalati. Le persone morte vengono ammucchiate accanto agli infetti nelle corsie dei vari reparti: scene apocalittiche”. Il virus rischia di causare un genocidio tra gli indigeni (che hanno già contagi e decessi), ancora di più quelli isolati.  
Nel mondo sono a rischio nazioni già colpite da guerra, crisi economiche e cambiamenti climatici (come Siria e Yemen). Fino a 250 milioni di persone sono a rischio fame. In pochi mesi, 30 milioni nel mondo potrebbero morire se non saranno assicurati scorte e finanziamenti. Si rischia una catastrofe umanitaria globale, una carestia di “proporzioni bibliche”.
Per papa Francesco l’umanità deve ora scegliere tra il bene della gente (rivedendo i propri punti di riferimento sociali, economici e culturali) oppure piegarsi e cadere nel sepolcro del dio Denaro.
Il leader indigeno kayapò Raoni Metuktire dice: “Per molti anni vi avevamo avvisati sui danni causati alla foresta. Quello che state facendo cambierà il mondo intero e distruggerà la nostra e vostra casa. Avete invaso, bruciato, distrutto. Smettetela! Se la terra morirà, moriremo tutti. E allora sarà troppo tardi. Cambiate il vostro modo di vivere. Siete sulla via della distruzione e della morte”.

Per contributi, Procura delle missioni saveriane, con la causale "Inondazione Uvira - Repubblica democratica del Congo" - IBAN IT86 P062 3012 7060 0007 2443 526



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