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Stiamo attraversando a livello mondiale una terribile calamità e un duro momento di prova a causa della virulenta epidemia di coronavirus che si sta espandendo ovunque.

Seguo con trepidazione ogni giorno le notizie dell'evoluzione in Italia, con la speranza che le drastiche misure adottate possano risultare sempre più efficaci. Ci siamo uniti tutti con commossa partecipazione alla preghiera del Papa la sera del 27 marzo. Ci siamo ritrovati impotenti, riacquistando coscienza della nostra fragilità umana. L'apporto della Fede si rivela più che essenziale per non essere travolti dallo smarrimento totale e dall'angoscia.

Anche nella comunità missionaria di Bukavu abbiamo fatto una novena con tanto di adorazione Eucaristica, durante la quale abbiamo pregato per tutti. Per ora l'epidemia resta confinata soprattutto nella capitale Kinshasa, oltre 12 milioni di abitanti, dove i contagi e anche i decessi si stanno moltiplicando. Nel tentativo di arginare l'espansione, il Presidente ha decretato l'isolamento della capitale interdicendo tutti i viaggi e gli spostamenti. Poco prima, aveva chiuso scuole e università, vietando gli assembramenti di persone, comprese le funzioni religiose. Il Governatore della Provincia di Kinshasa si era spinto fino a decretare l'obbligo per tutti di stare, per quattro, "confinati in casa" con la possibilità di poter uscire solo per fare le provviste. Ha dovuto annullare lo stesso giorno l’ordinanza per paura di scatenare nella popolazione violente rivolte.

Questa misura infatti condannerebbe gran parte della popolazione, che vive in condizioni di grande povertà e sopravvive grazie ai piccoli lavoretti. Sarebbe inevitabile lo scatenarsi della violenza contro una classe politica che ha pensato solamente ad arricchirsi. La situazione, quindi, anche da noi è molto critica. La Pasqua, pur senza la partecipazione dei fedeli, resta tuttavia una sorgente di grande consolazione e di incrollabile speranza.

Personalmente, continuerò il mio servizio a favore dei bambini vulnerabili che abbiamo nel nostro Centro di Assistenza a Kadutu (attualmente sono 43: una grande famiglia!), e in maniera diversa, data l'interdizione degli assembramenti di persone, a favore dei bambini denutriti del nostro Centro Nutrizionale dove sono più di 200 e certamente aumenteranno. Abbiamo pensato di farli venire alla spicciolata ogni mercoledì a prendere, con precauzione e in tutta fretta, il quantitativo adeguato di farina già preparata in sacchetti, in modo che possano preparare a casa loro la pappina che li aiuterà a combattere la denutrizione. Questo è un momento speciale di solidarietà, coraggio e testimonianza che ci permette non di "perdere", ma di "ottenere" la vita. Quella vera. Altrimenti cosa ci stiamo a fare qui in Congo?



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