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Tanti lettori e amici mi hanno chiesto cosa ne è della Laudato si’, anche alla luce della pandemia che ci ha colpiti in questi mesi.

Dovremmo rileggere e approfondire (anche formando dei gruppi) la Laudato si’, dedicata alla cura del creato e della casa comune, farla conoscere molto di più. Papa Francesco, in marzo, ci diceva, da quella piazza completamente vuota: “Non ci siamo fermati davanti ai tuoi richiami, non ci siamo ridestati di fronte a guerre e ingiustizie planetarie, non abbiamo ascoltato il grido dei poveri, e del nostro pianeta gravemente malato”. Un mondo malato, prima o poi, ci contagia tutti. Mai come ora si fondono insieme il grido della terra e dei popoli, non solo in Amazzonia (doppiamente minacciata dal virus e dall’aumento incontrollato della violenza, dei saccheggi, della deforestazione). Tutto è connesso, ci ricorda la Laudato Si’. Il male fatto contro il pianeta si ritorce contro chi lo abita; quando calpestiamo il prossimo tutta la vita è in pericolo.
C’è un Padre creatore che ha un progetto, che ama ogni sua creatura. “Tu infatti ami tutte le cose che esistono e non provi disgusto per nessuna delle cose che hai creato; se avessi odiato qualcosa, non l’avresti neppure formata” (Sap 11,24). Oggi, nel mondo, siamo a un punto di non ritorno: spostamenti forzati di popoli, inquinamento, surriscaldamento globale, deforestazione.
La terra ci precede, ci è stata data (LS 67) da Dio non per sfruttarla e soggiogarla, ma per custodirla, coltivarla, prendercene cura, proteggerla. Se è dono di Dio, ogni creatura gli appartiene e ha la sua dignità, bontà e valore. San Francesco aveva uno sguardo contemplativo, capace di cogliere, nelle creature, il bello, riflesso della bontà del Creatore. Suolo, acqua, montagne, tutto è carezza di Dio. Se ce ne rendessimo conto avremmo un mondo diverso e non saremmo al collasso. I popoli indigeni per migliaia di anni si sono presi cura della loro terra, dell’acqua, della foresta. Impariamo da loro!
Per papa Francesco abbiamo deteriorato “la nostra casa comune, l’abbiamo inquinata e depredata, mettendo in pericolo la nostra stessa vita; non c’è futuro per noi se distruggiamo l’ambiente che ci sostiene... La nostra civiltà ha bisogno di un cambiamento, di un ripensamento, di una rigenerazione. Voi siete i costruttori indispensabili di questo cambiamento ormai improrogabile”.
“Perché reinvestire nei combustibili fossili, nelle monocolture e nella distruzione della foresta pluviale quando sappiamo che aggravano la nostra crisi ambientale? Perché ricominciare con l’industria delle armi con il suo terribile spreco di risorse e l’inutile distruzione?”. Per questo, abbiamo aderito all’appello della Campagna di pressione alle banche armate; vedi il sito: www.saveriani.it/missioneoggi  
È tempo di rimuovere le disuguaglianze, di risanare l’ingiustizia che mina alla radice la salute dell’intera umanità! Uniamo gli sforzi, facendo nascere un nuovo modo di vivere, sul solco della Laudato si’. Evitiamo di seppellire i sogni del Sinodo. Ci salviamo (o ci perdiamo) tutti insieme!



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