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Un anno mesto spegne la luce fioca delle nostre paure. Camminiamo da troppo tempo a braccetto con la morte, divisi da una parete sottile, talvolta invalicabile. Accarezziamo un’insolita sofferenza, tenace e invisibile. Paghiamo conti salati, cercando fondi e ristori. Troviamo risorse ed energie inaspettate, spesso dentro di noi. Perdiamo patrimoni familiari, di generosa e schietta umanità. Diciamo Addio ad esempi limpidi di cultura e divertimento, che hanno reso migliori le nostre vite. Ci sentiamo smarriti ancora, senza punti di riferimento. Tutt’intorno è un succedersi di difficoltà, dolori e grandi vuoti, acuiti da tremende nostalgie. Assistiamo, sempre più, a manifestazioni di rabbia e comprensibile frustrazione. C’imbattiamo in altrettante espressioni degeneranti che soffiano sul fuoco della polemica ad ogni costo. Siamo costretti a discernere tra opinioni autorevoli (pure troppe) e notizie costruite ad arte, truffe mediatiche che godono di impunità e massima diffusione. Echi di moderni telefoni senza fili rimbalzano tra una conversazione, un cinguettio e una fotografia. Si riempiono le piazze, livide di protesta. Come sono lontani i balconi imbandierati, le canzoni della sera, gli applausi per gli operatori sanitari!
Passo dopo passo manca un… passo a Natale. Gesù nasce nelle nostre case dal calore sbiadito, smorzato per il virus che tutto paralizza. Siamo noi i moderni pastori di un Occidente smarrito, in cerca di Luce, senza comete in cielo. Tutto il nostro mondo si ribella a situazioni inedite, irreali, balzate fuori dai cassetti della storia.

Iraq, Afghanistan e Siria… sono scenari lontani di guerre e stenti che non ci riguardano, fino a quando una barca bussa a coste infettate di egoismo. “Prima o poi finirà”, dicono quei popoli martoriati. Non è troppo diverso dai nostri pensieri attuali, nonostante dimore integre, negozi e supermercati sfavillanti. “Prima o poi finirà”, diciamo infondendoci coraggio. Eppure. Eppure, là in quella grotta c’è una Luce che significa casa, amore, speranza. Di nuovo, Gesù non si stanca di nascere.
“Dalle crisi non si esce con l’odio o la rabbia: quelle sono solo le conseguenze. La soluzione, invece, è l’amore, e il far tornare di moda le persone perbene” (Gigi Proietti). Buon Natale!



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