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Il Covid-19 e l’isolamento a Londrina

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Padre Claudio Marinoni, originario di Pizzighettone, ci racconta la sua esperienza diretta con il Covid-19 che lo ha colpito a fine febbraio, nel pieno della sua attività pastorale quaresimale nella parrocchia Nostra Signora di Fatima a Londrina, nello stato brasiliano del Paranà (Brasile Sud).

Tutto è iniziato dopo aver celebrato l’Eucaristia della domenica sera. All'improvviso, mi sono mancate le forze ed ero molto stanco. Ho dovuto sedermi e ho ripreso a respirare meglio. Per prudenza, i miei parrocchiani mi hanno accompagnato al pronto soccorso di un ospedale di Londrina.

Il medico ha effettuato i primi esami e ha rilevato che ero un po’ disidratato. Poi, per mia fortuna, ha voluto fare una radiografia ai polmoni che ha riscontrato un’alterazione dubbia. Mi ha sottoposto immediatamente a una tomografia polmonare. E il sospetto che si trattasse di coronavirus era molto fondato, perché un polmone era già interessato al 20% con un’infezione. Il tampone, infatti, ha dato esito positivo. Mi hanno consigliato di seguire una terapia in casa e così ho fatto.

Nella mia stanza, presso il seminario saveriano, ho iniziato la quarantena, seguito tutti i giorni da un’equipe medica che mi somministrava una flebo di antibiotico e mi sottoponeva a fisioterapia respiratoria. Così per quattordici giorni. All’inizio non stavo proprio bene, ma poi ho cominciato a sentire che il mio corpo iniziava a reagire e anche la fiducia aumentava. Sentivo vicino i miei parrocchiani, che per un po’ non hanno potuto partecipare all’Eucaristia. Essere isolato (non ero abituato) mi è costato molto. Ma ho voluto, con l'aiuto del Signore e della Madonna di Fatima, seguire tutto ciò che mi veniva raccomandato, anche per essere d’esempio. Dopo due settimane di isolamento e cure, il tampone era negativo. Così, ho ripreso le mie attività, sempre nelle modalità previste dalle autorità sanitarie.

In Brasile, però, si muore ancora e molto, soprattutto tra i più poveri. Ci sono pochi vaccini e gli amministratori sono ancora confusi; noi continuiamo a pregare... Ringrazio tutti voi amici e benefattori saveriani per ciò che fate per noi missionari. Un abbraccio.



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