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Il calendario del 2018 l’abbiamo dedicato ai martiri saveriani (comprese le tre sorelle di Maria assassinate in Burundi nel 2014). Lo facciamo in un momento in cui sta procedendo la causa di beatificazione di tre dei nostri confratelli: fr. Vittorio Faccin, p. Luigi Carrara, p. Giovanni Didonè, e del diocesano Abbè Joubert. Furono uccisi in Congo nel 1964, in odio alla fede, durante una guerra condotta dai guerriglieri maoisti Simba. Lì si trovano tuttora i loro resti mortali.

Ringraziamo p. Gerardo Caglioni, che ha redatto i testi, e p. Angelo Costalonga, autore dei disegni che immortalano i martiri.

Sono discepoli del Signore

Il compianto p. Luigi Menegazzo ci ricordava che i martiri sono dei tesori di cui occorre fare memoria, per trarre forza e speranza, “un flusso continuo e discreto di ispirazione per vivere energicamente e serenamente la propria vocazione”.

La storia dei martiri saveriani, ancora di più, infonde coraggio, serenità, gratitudine a Dio e ci rende “uno strumento docile e coraggioso nella evangelizzazione”.

Il martire non deve essere sentito come un personaggio eroico, irraggiungibile, straordinario. È un discepolo del Signore che vive serenamente e fedelmente la sua vocazione, che non si lascia sviare da altri “idoli”, che tiene fisso lo sguardo in Cristo.



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