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Brasile: quarantena in un'unica stanza

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Sì, siamo reclusi a domicilio,  come voi fino a poche settimane fa. La pandemia s’è diffusa dappertutto, anche nella triplice frontiera (Brasile-Colombia-Perù), nella nostra diocesi dell’Alto Solimões. Il nostro Vescovo dom Adolfo, esperto in statistiche, ha riscontrato che, con le dovute proporzioni, in diocesi, la percentuale dei contagi per coronavirus supera quella della Spagna! 
Prima delle restrizioni,  la giornata era dedicata alle attività in parrocchia e per visite quotidiane agli ammalati ricoverati all’ospedale e nelle loro case e, due volte la settimana, i detenuti nel carcere. Adesso non si può più e mi dispiace. La missione è come quella di tutti che devono restare in casa: andando d’accordo con i congiunti, con le faccende di cucina, di lavanderia, pregando, corrispondendo ai messaggi, con una canasta a fine giornata... Dedichiamo un’ora quotodiana al Vangelo del giorno: lo ascoltiamo, condividiamo pensieri e sentimenti e preghiamo. Ci auguriamo che la casa di tutti, cominciando dalla nostra, torni ad essere Chiesa Domestica, come al tempo dei primi cristiani.
Per disposizioni civiche ed ecclesiastiche, sono state sospese le attività pastorali, celebrazioni comprese. Ci siamo detti e diciamo che l’isolamento sociale è un dovere di solidarietà, inusitato, ma necessario e indispensabile pratica per proteggere e proteggerci. Non mancano le prescrizioni al riguardo, ma quando in casa vive più di una famiglia, usando la stessa stanza come sala, cucina e dormitorio, non è  facile ubbidire sempre al “restate in casa”.
La parrocchia di Atalaia do Norte si estende lungo la Valle del Javari per 76.330 kmq con circa 18.000 abitanti, di cui 6.500 sono indigeni, di sei etnie diverse. Occupano le terre lungo il fiume omonimo e dei suoi affluenti. Appena arrivato l’allarme del coronavirus, gli indios  presenti in città (un migliaio), soprattutto studenti, sono ritornati in fretta ai loro villaggi per evitare il contagio. In città abbiamo, per ora,  una persona col contagio dichiarato e una sessantina di persone, arrivate da località col contagio, in quarantena a casa loro.
In TV, si sono viste le immagini delle grandi città del Brasile come Manaus, con le file di malati gravi in attesa di ricovero: insufficienti le strutture ospedaliere e stracarichi di lavoro medici,  infermieri e tutti i funzionari. Reale il rischio del collasso della salute pubblica. E poi si presenta, sempre più aggravato, il problema dell’economia domestica. Il Comune, le chiese evangeliche e la cattolica con la Caritas parrocchiale cercano di aiutare le famiglie più bisognose con ceste basiche. Il Governo, oltre alla “borsa famiglia” (aiuto stanziato fin dai tempi del Presidente Lula), ha disposto, per quattro mesi, un sussidio (120 euro mensili) per persone con salario mensile uguale o inferiore ai 240 euro.
Stando alle norme dell’isolamento sociale per tutti e all’uso della mascherina, rimangono chiusi i negozi, eccetto le farmacie e la banca del governo per l’erogazione dei sussidi previsti. I negozi alimentari sono autorizzati a rimanere aperti dalle sei del mattino alle 12. Dalle tre del pomeriggio in avanti nessuno - ad  eccezione dei funzionari della salute, dell’assistenza sociale e della protezione civile - può circolare per strada. 
I notiziari televisivi comunicano anche espressioni di solidarietà di alcune grandi aziende, ma lo spazio maggiore è dato alla realtà drammatica col numero dei decessi sempre crescente, in quel clima di dolore, perplessità, sospetto, paura, panico; insistendo tanto sul male si arriva all’assuefazione e all’indifferenza. 
Mi sono accorto di “aver portato vasi a Samo” cioè, ho raccontato un po’ della nostra vita in Amazzonia così simile alla vostra: siamo davvero nella stessa barca, sballottata nella stessa calamitá, dove c’é anche il Signore che soffre con noi. 
Iniziando il mese di maggio, molte famiglie di Atalaia do Norte hanno allestito l’altarino in casa con la Bibbia, il Crocifisso, l’Immagine della Madonna, i fiori e la candela accesa. Le foto sono arrivate via whattsapp. Un gruppo di persone mi ha invitato a partecipare al rosario continuo, ogni venerdì. Il mio orario è dalle 20,30 alle 21,00. Ho accettato aggiungendovi mezz’ora.  Un abbraccio di saluti e di auguri di tanta pace nel cuore.



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