"Quando vengono i padri saveriani?"
Anche quest’anno abbiamo incontrato i ragazzi di differenti fasce di età. Dalla scuola primaria alla scuola secondaria di primo e secondo grado. Tanti sono stati i giovani che abbiamo incontrato. Ogni giovane ha un volto, una storia sacra unica. Quello che ci caratterizza, andando nelle scuole, è il desiderio di scrutare la bellezza nascosta in ogni Essere umano lasciandoci stupire da essa. L’eco della presenza dei saveriani nelle scuole ci incoraggia, ci stimola, ci spinge a incamminarci su questa strada di incontro e non scontro, di ponti contro i muri, di conoscenza contro il pregiudizio.
Grazie alle maestre che hanno voluto condividere la loro esperienza e quella dei ragazzi con i saveriani di Desio. Emmanuel Adili, sx
"Quando vengono i padri saveriani?"
Questa è la domanda che spesso mi fanno gli alunni dopo che hanno incontrato i padri saveriani la prima volta. Certo, li aspettano con ansia perché le due ore trascorse con loro sono un momento speciale dell’anno.
Ormai da tre anni le nostre scuole primarie, Dolomiti e Tolstoj, accolgono con gioia la proposta dei padri saveriani di entrare nelle classi per guidare gli alunni a riflettere sulla diversità e sulle scelte che ogni giorno possono fare: costruire muri o abbatterli, separare o gettare ponti,ignorare chi ha un' altra cultura, religione o colore di pelle diverso oppure essere come porte, pronte ad aprirsi al dialogo e al confronto superando i pregiudizi, essere attenti al mondo quale grande dono di Dio difendendo la natura o contribuire alla sua distruzione?
Ecco i temi che padre Emmanuel e padre Piero hanno trattato in modo giocoso e divertente in questi tre anni coinvolgendo gli alunni con lavori di gruppo, conversazioni guidate, cartellone, immagini e video, canti, giochi,danze.
L' esperienza e' senza dubbio molto positiva e noi insegnanti di religione speriamo che il progetto possa continuare ancora per molti anni.
Grazie di cuore a padre Emmanuel e a padre Piero per il loro impegno con i nostri bambini, i loro sorrisi, i loro abbracci e il loro entusiasmo e' la prova lampante di quanto sia importante gettare semi di pace tra i più piccoli.
Questo progetto, in questi ultimi anni, si è sviluppato in modo armonico progressivo e molto costruttivo. La presenza, in classe, di un missionario ha assunto, per i bambini, un ruolo coinvolgente. Padre Emmanuel e padre Piero hanno saputo appassionare gli alunni con racconti, video e messaggi chiari, incisivi e ricchi di contenuti sempre proporzionati alla loro età suscitando in questo modo interesse e partecipazione. Auspico che questa esperienza possa essere ripetuta ogni anno almeno per le classi quarte e quinte dove è maggiormente importante la sensibilizzazione e in coinvolgimento alle tematiche sociali.
Maestre Anna, Elena e Michela.