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Animazione Missionaria e Vocazionale

Desio (MB)


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Presentazione

La nostra casa vuole dunque essere “spazio aperto” di condivisione con la famiglia saveriana, composta dai missionari saveriani, dalle missionarie saveriane e dai laici saveriani. Insieme incroceremo cammini di vita alla luce di Cristo con un grande desiderio di felicità e di pace.

Cdesio celebrazionei rispecchieremo in tanti popoli con i loro volti, le loro storie e con le sfide come la pace, la giustizia, il dialogo interreligioso e interculturale, la salvaguardia del creato.

Qui, dall’inizio alla fine, la missione è intesa come incontro tra persone in Cristo che, secondo continenti, modalità e tempi diversi, suscita sfide, accende il cuore di desideri e porta a formulare progetti.

Offriamo, dunque, strumenti di animazione, itinerari e proposte di formazione, incontri di Spiritualità alla luce del Vangelo, l’ascolto di testimoni, di missionari che hanno già fatto la loro scelta di vita accanto agli ultimi del mondo.

Insieme, ci collegheremo con tante persone già impegnate nella diffusione del Vangelo e anche noi potremo scoprire cammini per farlo a partire dal nostro territorio, dal nostro ambiente lavorativo, scolastico o universitario, per essere anche noi proiettati verso gli altri… “fino agli estremi confini della terra!

IL RAPPORTO tra GIOVANE – CHIESA e GIOVANE – DIO

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IL RAPPORTO TRA GIOVANE – CHIESA E GIOVANE DIO 

(di ELEONORA MURERO, Desio)

Partendo dalla tua esperienza, che rapporto tra Giovane-Chiesa e Giovane-Dio?

La chiesa deve essere testimonianza per i ragazzi: l’esempio di Edith Stein

Testimonianza. È spesso una parola che si associa inevitabilmente alla sfera religiosa. Quando in realtà è ciò che ogni vita può dare: dal religioso, al laico, all’ateo. Tutti hanno una missione e sono una testimonianza per gli altri. Se provassi a descrivere il rapporto che i giovani oggi hanno con la chiesa, per poterlo fare ne dovrei delineare le diverse tipologie. Osservo due categorie antitetiche: quelli che l’accettano senza farsi domande e quelli che invece se ne fanno. I più però spesso decidono che non ne vale la pena, oppure semplicemente abbandonano, anche per inerzia o pigrizia.

Non è facile trovare risposte alle grandi domande, spesso legati a volti o tradizioni, che sono percepite lontane o come un dato di fatto da accogliere passivamente, senza che attecchiscano effettivamente nelle riflessioni sulla propria vita. Spesso non lo si fa perché non è una cosa che porta immediati frutti. Non è un ambiente che viene percepito come interessante, stimolante o accogliente, produttivo nell’immediato. O perlomeno per la seconda categoria di giovani.

Personalmente trovo grande ispirazione in alcune figure. Questo mi ha sempre aiutata.

Sicuramente quella che più mi ha interessata è stata Santa Teresa Benedetta dalla Croce, compatrona d’Europa e martire, meglio nota come: Edith Stein. Una donna coraggiosa, che si è convertita durante orrori delle persecuzioni naziste. Anche Papa Francesco l’ha ricordata in occasione del 9 agosto, anniversario della sua morte. L’ho conosciuta quando sono partita con i giovani della mia città nel 2016 per la GMG (Giornata mondiale della gioventù) di Cracovia. Una donna che è stata un “Luminosissimo enigma” (citando una definizione dal libro di Lella Costa, edito per Solferini “Ciò che possiamo fare”). La sua voce è ancora un richiamo forte a valori importanti, quali l’accoglienza, la pace e il coraggio di affermarli; in un’Europa che vediamo chiusa. Probabilmente sono figure così, che sono vicine alla realtà e ai problemi che ci interpellano, che fanno avvicinare i giovani alla chiesa, che è testimonianza.

Vita vissuta e spesa per qualcosa/qualcuno in cui si crede davvero, che non si dice solo a parole, ma coi fatti.

L’autrice del libro si domanda “Potrebbe servire a qualcosa, a qualcuno? [raccontare la vita e il pensiero di Edith Stein, ndr] Oggi, adesso?”. Si risponde. “Forse sì, perché è oggi, è adesso il momento di riflettere su quell’Europa che ci riguarda molto da vicini”. Compatrona scelta, insieme ad altri cinque, per sottolineare la pluralità del mondo in cui viviamo.

Una donna che fa capire quanto si possano unire i diversi sguardi per comprendersi nella realtà in cui si vive.

Lei ha scritto una fenomenologia della Croce, unendo Husserl (filosofo tedesco, suo maestro) e Cristo. Temi che che apparentemente sembrano contrastanti, ma che nella loro complessità, si intrecciano e si scoprono come veri.

Questo è quello che auguro a ciascun giovane per il suo cammino, sia esso personale o di gruppo:

lasciarsi interrogare ed ispirare; perché, forse, gli interrogativi a cui cerchiamo di dare risposta sono la spinta per nuovi pensieri e azioni. 



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