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PROVERBI AFRICANI.141.L'OBLIO DEI FATTI

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L’oblio è un fatto che consiste nella perdita di memoria su un fatto, un evento, una persona, di cui si è fatta un’esperienza in un tempo remoto. E’ quindi un fenomeno comprensibilmente normale nella vita umana. Quello che l’etica africana raccomanda di evitare, è l’oblio di cose importanti, delle promesse fatte, dei benefici ricevuti. Ed ecco i proverbi. “La parola è una cosa che non perisce” (Malinkè, Senegal) (la memoria dimentica tutto, ma non le parole di essenziale importanza). “La ferita di una parola non guarisce” (Mongo, Congo RDC) (in un contesto di prevalenza della tradizione orale come mezzo di comunicazione, la parola ha un enorme peso. La parola uccide, la parola guarisce. Quindi, i dispiaceri causati dalle parole vengono difficilmente cancellati dal processo dell’oblio). “la vecchia donna non invecchia finchè sa esibire la danza” (Ibo, Nigeria) (una cosa ben imparata cade difficilmente nell’oblio. A questo proposito mi ricordo sempre una vecchietta, diciamo sui 50 anni, visto che in Africa si invecchia prima, che quando si cantava durante la messa, tutti si mettevano a danzare. E lei era tra le prime, senza vergogna, perché era felice di esprimere in quel modo la sua gioia di stare davanti al Signore e insieme agli altri. Dopotutto, i bambini piccoli, sulle spalle della mamma, cominciano a sentire la voglia di danzare, quando la mamma danza. E poi a un anno, due, è bellissimo vederli danzare e ti fa venire voglia di unirti a loro). “E’ quando eravamo nell’ignoranza che i cani ci nascondevano il fuoco” (Bassar, Togo) (si dice di qualcuno che dimentica i benefici ricevuti. “Ujifunze kupi aksanti” (impara a dire grazie) dicevano i genitori ai figli in Africa. Lo ricorda anche papa Francesco: è importante dire grazie e salutare. Così mi hanno insegnato anche i miei genitori). “Il cane ritorna dove è stato picchiato” (Dogon, Mali) (si dice delle persone che fanno cadere rapidamente nell’oblio gli errori commessi). “La schiuma ricopre lo zigrino” (Attiè, Costa d’Avorio) (una piccola distrazione fa dimenticare una grande gioia). “Il chiacchierone non sa quante mucche ha offerto ai suoi” (Hutu, Rwanda) (il chiacchierone si distrae talmente da far cadere nell’oblio anche le cose molto importanti). “Nulla si dimentica così rapidamente quanto la fame e la sterilità” (Kanuri, Nigeria) (una disgrazia che trova soluzioni senza lasciare traccia, viene subito dimenticata). “Una madre ne consola un’altra” (Mande, Costa d’Avorio) (la disgrazia di qualcuno ti fa dimenticare la tua. Insomma: chiodo scaccia chiodo). “Una persona frettolosa dimentica ciò che era venuto a prendere” (Gà, Ghana) (la precipitazione fa dimenticare le cose essenziali. Haraha haraka haina baraka: la fretta non è mai benedetta). Chiediamo aiuto ora ai Warega del Congo RDC con la loro “corda della saggezza” che ci parlano di cose simili, del cambiamento e quindi dell’oblio del passato. Si sospende alla corda un piccolo piatto intrecciato a forma di vaglio. Ed ecco il proverbio. “Una volta, tu mangiavi in un bel piatto, ora tu mangi su una foglia passata nel fuoco” (nella vita niente è definitivo, colui che è libero oggi, potrebbe diventare schiavo domani. Oggi, tu sei ricco e potente; domani forse, sarai nella miseria…oggi, tu sei capotavola e, tra qualhe tempo, non avrai che uno sgabello all’inizio della veranda). Un altro “Il fondo del piatto si deteriora, ma il bordo resta solido” (non scoraggiarti nel constatare che stai perdendo colpi: quello che hai fatto durerà e tu continua. Lavora fin quando puoi con le tue forze, affinchè nel momento in cui ne sarai senza, la tua opera continui a parlare di te).

 



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