Ottorino Maule (7.4.1942 - 30.11.1995) nasce a Gambellara (VI). - Il 3 settembre 1959 Ottorino, dopo il ginnasio nel seminario di Vicenza, si presenta dai Saveriani a San Pietro in Vincoli presso Ravenna. Vuol diventare missionario.
Fa la professione religiosa il 3 ottobre 1960 ed è ordinato sacerdote il 15 ottobre 1967, venticinquenne, mentre tanti suoi coetanei si preparano alla contestazione sessantottina. Un anno di teologia, poi eccolo a Roma, dove prende la licenza in Liturgia.
Nel maggio del 1970 viene destinato al Burundi dove arriva il 3 settembre, dopo lo studio del francese a Parigi. Nel 1971 è mandato a Rumeza per un anno di apprendistato. Altro spostamento a gennaio del 1972. Va a Minago. Ma dopo appena tre mesi scopia l'inferno. Le due etnie burundesi, da sempre contrapposte, prendono le armi. Sarà un vero massacro.
A fine ottobre 1975 chiedono a p. Maule di andare per un po' ad aiutare la missione di Murago. Quattro mesi dopo, febbraio 1976, lo mandano a fare il responsabile a Rumeza, dove resterà tre anni.
Ad aprile del 1979 deve tornare in Italia. Obbedisce. E' già in patria da due mesi quando viene espulso dal Burundi: è tra i settanta missionari cacciati dal dittatore Bagaza.
I superiori l'hanno richiamato per affidargli la formazione dei giovani futuri missionari. Va a Zelarino, presso Venezia, insegnante per l'anno scolastico 1979-80, rettore dal 1981 al 1984. Il 30 aprile 1984 viene eletto Superiore Regionale d'Italia e, nel 1987, rieletto per un secondo triennio.
Esaurito il mandato, il 26 aprile 1990 è destinato di nuovo alla missione, di nuovo al Burundi. Dopo un anno di studio a Parigi, il 7 settembre 1991 arriva a Buyengero. A gennaio del 1995 è insieme al p. Aldo Marchiol e alla volontaria laica Catina Gubert.
Dopo una breve parentesi in Italia, nel maggio 1995, per il XIII Capitolo generale e centenario dell'Istituto saveriano, un saluto all'anziana mamma, che sarà l'ultimo, e p. Ottorino a luglio è di nuovo in Burundi. Il 21 agosto è riunito con i confratelli a Bujumbura ad affrontare il tema "Perché restare?" Ma quel titolo non gli piace e lo dice subito: "E' sbagliato mettere il punto interrogativo. Non dobbiamo mettere in discussione se restare, ma solo il modo di restare". E confida a un amico: "Una sana igiene mentale consiglierebbe ogni tanto di staccare la spina, di uscire dal Paese. Ma come si fa? Loro non possono permetterselo, perché dovremmo permettercelo noi?"
P. Maule muore a Buyengero il 30 Novembre 1995: arrivano tre soldati, prendono lui - p. Ottorino -, p. Marchiol e Catina. Li fanno inginocchiare e sparano a bruciapelo.
Le parole del suo ultimo scritto sono di amore e di speranza: "Comunque, coraggio e fiducia nel Signore. A tutti voi, vicini e lontani, i miei più affettuosi saluti e auguri di ogni bene".