“Com’è il tempo in Africa?” anche questa è una delle domande che vengono fatte ai missionari. Non c’è la neve, prima di tutto, tranne su qualche montagna (tipo il Ruvenzori, tra Uganda e Repubblica Democratica del Congo. Arriva a 5.100 metri).
Siamo sull’Equatore, quindi grandi piogge e grande caldo. Una cosa che mi ha sempre impressionato è quando venivano i temporali. Scendeva tanta di quell’acqua che si poteva anche nuotarci dentro. Poi smetteva e usciva un sole caldo che più caldo non si può e si asciugava tutto. Naturalmente, soprattutto nelle periferie delle città, si costruisce sulle colline e quindi si tagliano tutte le piante. Quindi, quando arriva tanta pioggia, le case rischiano di sgretolarsi (spesso costruite con argilla e senza fondamento) e di portare in basso tutto, gente compresa.
Ci sono anche le piene dei fiumi. Escono dagli argini e inondano i paesi, portandosi via tutto. Quando arrivano le tempeste sul lago (per esperienza fatta), chi sta navigando è a rischio e pericolo di affondare. Invece, se piove sulle strade, non asfaltate, ma di terra o di argilla, la pioggia le trasforma in fango. Soprattutto quelle che attraversano le foreste, diventano impossibili da percorrere e si sprofonda in buche, dove anche i camion ci stanno comodamente. Ci vuole il “tire fort” (corda di acciaio) per tentare di farli uscire dalla trappola. Di solito, sono stracolmi di merce e quindi ci vuole molto tempo (diversi giorni). Invece con le land rover, bisogna armarsi di pazienza, trovare delle tavole su cui appoggiare le ruote e infangarsi molto, chiedendo l’aiuto delle persone. Insomma è tutta un’avventura.
Quando c’è brutto tempo, non si sa mai quando si arriverà a destinazione. Con il sole e la stagione secca, ci si incipria di polvere rossa. Non c’è da annoiarsi, ma avere molta ma molta pazienza. Poi, sulle strade, ci sono i ponti, fatti con rotaie e sopra le tavole. Spesso sono marcite, a causa della pioggia. A volte, in foresta, ci sono dei lunghi tronchi su cui si deve passare e con la pioggia, diventano scivolosi. E lì si vede l’abilità (e la fortuna) dell’autista.