Skip to main content

RACCONTI AFRICANI.31. RICORDATI DI QUELLO CHE TI E' STATO INSEGNATO

Condividi su

Un uomo, che aveva tre figli, era cacciatore e intrecciava delle reti. Lo si vedeva, nei suoi momenti liberi, maneggiare la sua machette (coltellaccio) per scorticare le fibre delle liane migliori e intrecciare delle meravigliose trappole e delle reti a tutta prova. Il suo figlio maggiore, sempre bighellone, non se ne interessava per niente a quello che faceva su padre. Invece gli altri due più piccoli cercavano di imparare guardando come lavorava il loro padre. Quando lui stava per morire, disse: “Non ho niente da lasciarvi, tranne che questa machette e queste corde”. Il maggiore, poco solleticato da questa modesta eredità, se ne andò a cercare fortuna in altri luoghi. Invece i due fratelli minori, scelsero di abitare nel medesimo posto, fabbricando delle trappole e delle reti, vendendole ai cacciatori dei dintorni e così misero da parte un buon gruzzolo. Il maggiore, caduto in una grande miseria, ritornò a cercare aiuto nella casa paterna. Allora i suoi fratelli lo accolsero gentilmente, lo fecero accomodare e gli misero nelle mani l’eredità del loro padre: “Ecco la machette e queste corde che noi abbiamo ricevute. Fa come noi: impara a servirtene e, come noi, diventerai ricco!”.

Come dice il proverbio: “Cura il tuo lavoro, affinchè lui ti curi” (se tu fai male il lavoro che ti è stato affidato o che hai scelto, sarai presto senza lavoro, non avrai più niente da mangiare, e niente da dare ai tuoi figli. Tu desideri una bella vita. Sarà come tu la farai: non verrà tutta cotta(pronta) per incontrarti. Tocca a te costruirla con il tuo lavoro coscienzioso).(sporcati le mani).

 

 



Logo saveriani
Sito in costruzione

Portale Unico dei Saveriani in Italia

Stiamo finalizando la nuova versione del portale

Saremmo online questa estate!

Ti aspettiamo...

Versione precedente del sito