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RACCONTI AFRICANI.14.RICORDATI DI QUELLO CHE TI E' STATO INSEGNATO

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Un uomo non aveva tanto spirito più di una mosca, al punto di guardare i suoi vicini meno che gli insetti. Un giorno che dei soldati passavano vicino a casa sua, lo sentirono cantare dei ritornelli canzonatori contro il capo del villaggio. Lo arrestarono subito e lo condussero in prigione. Vi passò 150 giorni e se ne uscì a causa dell’amnistia decretata per la nascita di un figlio nella casa del capo. Dato che i suoi beni erano stati confiscati, divenne un cacciatore. E d ecco che una sera, dopo la pioggia, si trovò lontano da casa sua, tutto tremante di freddo. Non avendo con sè né fiammiferi ne accendino, si sedette ai piedi di un grande albero e si preparò a passare la notte nell’oscurità e nella paura delle bestie selvagge. Di colpo, si ricordò di una cosa che suo nono gli aveva insegnato tanto tempo fa. Tagliò un pezzetto di legno e un bastoncino, riunì delle foglie secche e riuscì, dopo molti tentativi, ad accendere un bel fuoco. E così fu salvo.

Come dice il proverbio: “anche se tu hai freddo, tu ti irriti contro colui che fa del fuoco” (se tu sei malato, non rifiutare che viene a curarti. Uno ti ha fatto del bene, non arrabbiarti con lui. Anche se i suoi doni ti umiliano un po’, sii riconoscente).

oscente).



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