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PROVERBI AFRICANI. 14. LA FIDUCIA

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Le relazioni umane impongono regole che i membri della comunità devono osservare.

Così ci si fida di persone che ispirano fiducia. Considerata però l’inconsistenza della vita umana, l’etica africana di salvaguardia della vita consiglia di non esagerare con fiducia e di non fidarsi di chiunque. Infatti, dare fiducia a qualcuno, è giudicare che non è necessario cercare un’alternativa; e, troppo spesso, è trasmettere un certo potere al beneficiario dell’atto fiducioso.

Nel libro di Thomas Hobbes, Lèviathan, si considera il dare fiducia a qualcuno come per ipotecargli una parte del proprio avere, se non del proprio essere. L’esperienza delle delusioni spesso incassate nella vira reale è causa di questo atteggiamento prudenziale dei promotori della morale tradizionale. In sintesi, diciamo che l’etica africana della vita insegna il valore delle considerazioni prudenziali come assicurazione pratica nell’applicazione della virtù della fiducia nelle relazioni, specie quelle orizzontali, nella comunità.

Se si è arrivati a insistere su tale atteggiamento (di prudenza) nei confronti degli interlocutori, significa che la consapevolezza del tradimento e della debolezza generale dell’uomo, della donna, del capo, del suddito non possono sancire altrimenti la pratica quotidiana della fiducia. Occorre ben identificare l’interlocutore con i propri difetti e qualità, prima di offrirgli la fiducia, che rischia di non meritare, facendo pagare il prezzo dell’ingenuità.

E ora ecco alcuni proverbi per capire meglio quello che si è detto fino ad ora.

Partiamo dai Tutsi del Rwanda “A colui che chiamano traditore, non affidare mai un segreto” (non ci si fida di un nemico). E questo è chiaro e c’è anche il suo contrario, come dicono i Malinkè del Senegal “Una pantera non ha paura della macchia sulla pelle di sua madre” (dei propri cari bisogna sempre fidarsi).

E aggiungono i Dida della Costa d’Avorio “l bambino si ferma alla soglia, egli non apre mai la porta del cancello” (ci si fida di più dei propri figli). Bisogna fare attenzione a chi affidare degli incarichi, delle responsabilità nella comunità, come saggiamente ci ricordano i Basonge del Congo RDC “Il vanitoso non porta titolo da rappresentante” (non si affida qualunque carica a qualunque persona, soprattutto agli orgogliosi).

Non sarebbe male anche oggi riflettere su questo, invece di spartire il potere tra gli amici e quelli che vogliono fare carriera, infischiandosene del popolo nel cui nome dicono di parlare…

L’importante è anche il sapere apprezzare quello che si ha e non andare in cercare di cose che non si sa se si potranno avere.

Sono sempre i Malinkè del Senegal che ci regalano una perla della loro saggezza “Non si abbandona il pesce che si ha in mano per cercare il pesce che si ha sotto le gambe” (una cosa tua vale più di due che devi ancora cercare). Un altro proverbio che ci dovrebbe, come dice qualcuno, aiutare a “stare sereni”, a non pensare perché quello ha detto di essere mio amico, che sicuramente mi aiuterà.

I Bamoun del Cameroun così si esprimono “Se aspetti che pensino a te, ne consegue l’oblio” (è meglio non dare fiducia totale a chi ti ha promesso qualcosa). E un altro simile degli Agni della Costa d’Avorio “Se ti promettono un regalo, non portare un cesto per andare a raccoglierlo” (essere discreti nelle richieste e nel ricevimento dei doni). 

E ci fermiamo qui.

Dare fiducia è importante, ma meritarla lo è ancora di più.



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