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Era una sera di febbraio 2019, durante la settimana di animazione missionaria nella parrocchia di Zelarino. Noi ragazzi delle Superiori siamo stati messi di fronte a delle domande a cui rispondere.

Quando una scelta è vocazione? Quando non lo è?

Due semplici domande attorno alle quali si è svolto l'incontro tra noi ragazzi delle superiori di Zelarino con Padre Cisco e Padre Carlos. La risposta può sembrare semplice: una scelta è vocazione quando faccio qualcosa che desidero tanto fare e che mi rende felice. Allora sorge spontanea un'altra domanda: se faccio un qualcosa per vocazione è giusto pensare di farlo solo per rendere felice me stesso?

In fondo scegliere qualcosa non comporta la rinuncia a qualcos'altro?

Per noi Cristiani credenti il criterio più importante di qualunque scelta è la relazione, sia con gli amici che in famiglia, quindi non posso considerare vocazione una scelta che faccio per agevolare me stesso. Un semplice esempio riportato da Padre Carlos per spiegarci meglio la differenza è legato alla professione del medico. Perché voglio fare il medico? Lo voglio fare perché mi rende felice aiutare gli altri ed essere utile o perché mi interessa il guadagno? Qui è stata spontanea la risposta: vocazione è quando fare il medico è una scelta di vita per aiutare gli altri. In questo momento Padre Carlos ci ha raccontato la sua esperienza di vita che lo ha portato poi ad ordinarsi tre anni fa.

Scegliere di diventare missionario portando il Vangelo alle comunità messicane che con gioia accoglievano la Comunione, ha reso la sua vocazione un dono fatto proprio dalle comunità messicane. Trasmettere il Credo e la Fede è gioia non solo per il messaggio che si trasmette ma per la felicità che le persone restituiscono quando entrano in contatto con il Vangelo.

Padre Carlos ci ha quindi detto di scegliere; di fare tante scelte nella vita, con la consapevolezza che si scegliendo andiamo incontro inevitabilmente a qualche rinuncia, ma abbiamo modo di decidere dove direzionare la nostra vita, di fare scelte che non ci possano mai portare un domani a dei rimpianti perché guardandoci indietro vediamo che abbiamo rinunciato a degli affetti solo per scelte egoistiche, di non essere distaccati dagli altri, ma di circondarci di affetti. Di non scegliere solo pensando a noi stessi perché questo ci porterà  inevitabilmente un giorno ad essere soli, così come è stato per il protagonista del cortometraggio “La casa dei piccoli cubi” dove l'acqua, che continuava a salire stava proprio a dimostrare le scelte da lui fatte.  

I ragazzi delle superiori di Zelarino



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