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CON FANTASIA, SI RISOLVONO I PROBLEMI: VISITA SU UNA NAVE

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Era la seconda volta che salivo su una nave al Porto Commerciale di Marghera. La prima volta ero stato accompagnato. Oggi (9 aprile 2019) sono andato da solo.

E’ stata una piccola avventura, superata con fantasia e…coraggio.

Fin dall’arrivo alla barriera del Porto, ho dovuto sfoderare (si fa per dire) il migliore dei sorrisi per fare in modo di poter entrare con il tesserino. C’era un intoppo burocratico che le guardia hanno risolto con molta comprensione. Sono stati tutti gentili nell’aiutarmi in questa prima visita al Porto. Poi, con l’auto, sono entrato alla ricerca della nave.

Gira di qua, gira di là, in mezzo a Tir, containers…insomma, per farla breve, sono arrivato vicino alla portacontainers. Non era molto grande. Ne porta un centinaio. Salgo a bordo attraverso una scaletta che si muove in continuazione. Vengono accolto dal secondo ufficiale (ucraino) che mi accompagna nella saletta dove si ritrovano per mangiare e per condividere i tempi liberi. L’equipaggio (12) sono in maggioranza filippini. Saluto nel mio molto stentato inglese. Mi offrono del thè. E cominciamo, a parole e con i gesti, a comunicare. Mi presento (ma non sempre mi vengono le parole) e anche loro fanno lo stesso. Si condivide un po’ della mia e loro vita.

Si rende concreta la parola accoglienza e conoscenza dell’altro che Gesù ci ha insegnato.

Mi spiegano come funziona la nave. Mi sembra di aver capito che ci lavorano per 9-10 mesi all’anno (da Venezia a Trieste con delle puntate in Croazia). E’ un lavoro faticoso. Soprattutto si sente la loro nostalgia del paese lontano. Alla fine preghiamo insieme (da un libretto, fatto apposta per i marittimi che non possono partecipare alla messa). Chiudiamo con la preghiera a Maria, stella del mare (star of the see).

Arriva il capitano che era impegnato nei preparativi, perché poco dopo la nave sarebbe partita. Contento della visita. Ridiscendo la scala e cerco di uscire dal porto, in mezzo ai containers. Insomma, è iniziata l’attività che richiede pazienza, comprensione (e studio dell’inglese, almeno per fare un po’ di dialogo).

Mi ha fatto molta impressione il porto: la montagna di containers, gli operai che ci lavoravano e le navi in attesa di essere caricate o scaricate. Sembrava quasi un deserto, dove si muovevano poche persone. Eppure, circa l’80% delle merci arrivano via mare. E lì c’è gente che lavora per noi. Dovremmo pensare un po’ di più a queste persone che contribuiscono alla nostra vita, anche se non le conosciamo fisicamente, ma senza di loro avremmo qualche problema.

Allora, forse è importante conoscere un po’ di più quello che fanno e chiedere a Maria, la stella del mare, che li protegga nel loro lavoro e che dia alle loro famiglie tanta pazienza nell’aspettare il ritorno (sani e salvi) dei loro familiari.



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