Ritorno a Vicenza
Il mio arrivo a Vicenza è un ritorno. Nel seminario diocesano ho frequentato i tre anni di scuola media, i due di ginnasio e i tre di liceo, fino all’anno di propedeutica. I miei compagni sono quelli dell’ordinazione del 1965, riconosciuti con il nome latino, adsumus ‘65. Con loro i contatti e gli incontri non sono mai venuti meno, anche se qualcuno ci ha già lasciato e prega ora per noi.
Una classe bella, numerosa, vivace e solidale!
Mi vengono in mente le avventure di scuola, i vari professori con il loro tono di voce, i giochi nel grande cortile, gli amici, le passeggiate… Per gli spostamenti per la cattedrale eravamo inquadrati in lunghe file per due, con il mantello nero, con il berretto timbrato con un bel SV (seminario Vescovile). Procedevamo sotto i portici, davanti ai piccoli negozi di Santa Lucia, passavamo sul ponte degli angeli, davanti al teatro Olimpico…
Arrivavamo in cattedrale per le celebrazioni più importanti dell’anno, occupavamo i primi banchi, servivamo i pontificali del vescovo Zinato e facevamo parte della grande corale diretta da Mons. Dalla Libera. Per un periodo con Carmelo servivo all’altare della cattedrale come accolito, mentre il più piccolo di statura aveva l’incarico di sollevare lo strascico particolarmente lungo del vescovo.
E’ bello questo rientro nella città di Vicenza, questo ritorno tra i compagni di scuola e nella diocesi, generosa e splendida, che è stata sempre un punto di riferimento di tanti anni di missione.
Nella tradizione
A Vicenza mi inserisco nella casa severiana che ha una lunga tradizione di presenza e di azione missionaria. E’ stata voluta dal fondatore Guido Maria Conforti nel 1919 e ha avuto per un ventina d’anni come responsabile il servo di Dio Pietro Uccelli. Ha visto nascere e formarsi numerosi missionari, tra i quali i vicentini, morti martiri in Congo nel 1964.
Questa casa ospita ora alcuni confratelli che vivono l’autunno della loro vita e che sono preziosi per la preghiera e l’offerta della loro esistenza: P. Giuseppe Rabito di 98 anni, di cui 57 in Sierra Leone; P. Marino Rigon di 92 anni di cui 57 in Bangladesh, poeta e costruttore; P. Vittorino Dalla Valle di 90 anni, già missionario in Bangladesh, ricco di numerose relazioni in città. P. Giacomo Peruzzo, 95 anni compiuti, già missionario in Indonesia, P. Giuseppe Lorenzato, già missionario in Sierra Leone…
La missione continua
L’istituto di Viale Trento è conosciuto da molti, in particolare nel periodo di Natale, per l’esposizione di centinaia di presepi. Con pullman e con ogni mezzo arrivano migliaia di visitatori anche da lontano. I presepi di ogni continente danno un messaggio: Gesù continua nascere nel mondo per rinnovarlo.
La casa è aperta ai gruppi di famiglie, ai volontari, uomini e donne, che dedicano il loro tempo libero per aiutare le missioni. In particolare è aperta agli adolescenti e ai giovani per favorire esperienze in missione e per approfondire la vocazione. In particolare ci è stato affidato inoltre il compito di far conoscere i martiri vicentini, nel dono della vita in solidarietà con le sofferenze della gente.
Ci sentiamo ancora giovani, viviamo nella fiducia e siamo in cammino, come Chiesa, nello spirito di Papa Francesco:
“Io sono una missione su questa terra, e per questo mi trovo in questo mondo” (EG 273).