Domenica 13 gennaio il gruppo Missione Giovani si è recato alla Casa Circondariale “Antonio Caputo” di Salerno per incontrare i carcerati e celebrare l’Eucarestia con loro.
“Uomini siamo noi, uomini sono loro” ha detto uno dei giovani di ritorno a casa. In effetti, dopo alcune pratiche di controllo siamo saliti al piano di sopra in cui si trova una grande e chiesa. Ad accoglierci oltre al cappellano don Rosario, il signor Michele e l’amico Pasquale che svolgono il prezioso lavoro di Volontari.
Una delle nostre giovani ha commentato: “Quando ci siamo salutati, quando ci siamo presentati il muro psicologico tra noi giovani e i detenuti è caduto. Alla fine della Messa, quando ci siamo separati, ho sentito tristezza. Noi liberi, loro no”.
La Messa è stata celebrata con grande intensità, nonostante il freddo. Alla domanda: “Voi che siete in prigione cosa ci dite della libertà?”.
Giovanni ha risposto: “avendo tanto tempo abbiamo tempo per riflettere, non al negativo, riflettere semplicemente. La privazione ci permette di valorizzare le cose che abbiamo”.
Un altro ci ha detto che la preghiera lo aiuta ad essere libero:
“Preghiera è pensare a Dio, al risveglio, prima di consumare un pasto. Libertà è condividere la minestra con il compagno”.
Una bella esperienza che ci provoca,
noi spesso distratti da futilità (telefono, moda, insofferenza per un piatto di pasta scotta) a vivere il Vangelo della libertà nella vita”.
