Napoli è mille colori, Napoli è l'abbraccio di un popolo che ti accoglie in casa senza conoscerti.
S.Giovanni a Teduccio, a Napoli, è un quartiere dove il popolo vive e lotta per non essere identificato con gli stereotipi comuni del “sappiamo già” o “fanno tutti così”.
S.Giuseppe è la classica parrocchia in cui i pastori, don Modesto e don Luigi, odorano di pecore, quelle che il Signore ha affidato loro con l'imperativo: "non perdetene neanche una!".
Qui per una settimana un gruppo di 12 missionari provenienti da diversi luoghi di missione, hanno animato irradiando il Vangelo in diversi luoghi: l’Istituto alberghiero Cavalcanti, la scuola media, le diverse classi di catechismo, i gruppi giovani, i gruppi adulti, le case del Vangelo e altri.
Era la prima volta che i missionari di varie denominazioni si mettevano insieme ed ecco cosa è scaturito:
“Siete stati la visita dell’amore di Dio per noi!”, è il commento di don Modesto.
Cosa portiamo a casa da questa esperienza?
La certezza che la missione è il respiro della Chiesa, che c’è un popolo che “vuole restare umano” e nella celebrazione della parola e del Pane di vita si riunisce per trovare il senso della propria vita.
“Io sono una missione” ripetevano all’unisono i bambini di 4a elementare. “Io sono l’uomo più cattolico del mondo” affermava Vincenzo, con gli occhi lucidi e il rosario alla mano dal trono della sua sedia a rotelle, non aveva più le gambe. “Io resto umana” scandiva Susi, abbracciando l’attivista per la pace: John Mpaliza.
I missionari sono tornati nelle loro rispettive comunità, a s. Giovanni tutto è rientrato nell’ordinario ma nel cuore è rimasto un calore, il fuoco è acceso e presto infiammerà altri cuori, illuminerà altri volti per una nuova avventura missionaria.