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Anche nella povertà assoluta loro sono più fortunati di noi

“Se vuoi essere felice, rendi felice qualcuno. Se l’altro non risponde non alcuna importanza. È nell’atto stesso di dare che fiorisce la vita” (Frère Luc, martire a Thibirine). Questa citazione, che è appesa sul muro all’interno della casa Arcobaleno, è la base della felicità scoperta da Francesca quando è venuta con noi, per una giornata, a Scampia; ecco la sua riflessione.

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Andando a Scampia ho conosciuto sia i bambini di lì che un gruppo di ragazzi arrivati da Como con Padre Carlo e abbiamo legato un sacco, qualche volta parliamo anche e non può che farmi piacere, ne sono contenta.

Al campo Rom di Secondigliano ho scoperto una realtà nuova, diversa da quella in cui vivo io. Ammetto che un po' di timore durante il viaggio c'era, come anche i pregiudizi ma dopo sono riuscita a mettere da parte queste emozioni negative, se così posso definirle. E ho capito che anche se nella povertà assoluta loro, in un certo senso sono più fortunati di noi.

Li vedevo tutti molto uniti, come se fossero una sola famiglia. Noi di solito quando stiamo insieme tendiamo ad usare il cellulare e non ci guardiamo neanche in faccia a momenti, compresi i bambini. Loro invece parlavano; giocavamo anche con quel poco che avevano lì.

Dovremmo prendere esempio da loro, non dovremmo lamentarci se i nostri genitori qualche volta non ci comprano quello che vogliamo come per esempio l'ultimo modello uscito del cellulare che piace a noi oppure non ci accontentano.

Pensiamo anche a queste persone che pur non avendo nulla sono felici a modo loro.



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