I migranti non aumentano la criminalità... Cosa ci sta scappando di mano?
Il 13 luglio 2017 il Corriere della Sera riportava un articolo del suo editorialista Ernesto Galli della Loggia dal titolo “La realtà di un’Italia che sta scappando di mano”. Possiamo star certi che quella colonna ricevette l’approvazione entusiastica della maggioranza dei suoi lettori, anche se diceva cose pesanti come macigni.
Mi viene in mente il popolo del paese di Renzo, di manzoniana memoria: “Si faceva, in quell'occasione, una rivista di tant'altre prodezze di quel signore: e su tutto la dicevano come la sentivano, incoraggiati ognuno dal trovarsi d'accordo con tutti”.
Scrive dunque il professor Della Loggia:
Da noi chiunque può fare quello che vuole… L’immagine che il nostro Paese da di sé è quella di un Paese in cui il governo e i pubblici poteri appaiono sul punto di perdere il controllo del territorio. Decine di incendiari spinti da interessi criminali mettono tranquillamente a fuoco vastissime zone della Penisola.
Nelle periferie delle grandi città i servizi sono per lo più al collasso… dopo il tramonto in vigore il coprifuoco… viaggiare su un autobus la sera rappresenti un pericolo… interi caseggiati sono nelle mani di bande di malavitosi abituati a farla da padroni. Dappertutto regnano indisturbati lo spaccio, la prepotenza, le risse continue specialmente fra immigrati.
Le classi meno favorite della popolazione sentono la loro esistenza quotidiana abbandonata… Sindaci pusillanimi hanno lasciato coorti di giovani perlopiù desiderosi di ubriacarsi e di schiamazzare all’aperto un gran numero di città italiane sta diventando di notte letteralmente invivibili… Dopo una certa ora le stazioni ferroviarie sono luoghi frequentabili solo a proprio rischio e pericolo le corse serali o notturne sui treni vicinali o regionali sono altamente sconsigliabili per le donne...
A Galli della Loggia risponde Piero Sansonetti, in un editoriale del 17 agosto, dal titolo: “Ora chi glielo dice a Galli della Loggia?”
Statistiche del Ministero dell’Interno alla mano, il Direttore di “Il dubbio” definisce “impressionanti” le ultime statistiche sulla criminalità in Italia.
- Nel periodo fra il 2007 e il 2015, il numero degli stranieri residenti in Italia è passato da circa 3 milioni a poco più di 5. Nel frattempo, tutti i principali indicatori con cui misuriamo la criminalità sono diminuiti.
- Il numero delle denunce di delitti – cioè dei reati più gravi – è sceso da 2,9 a 2,6 milioni.
- Gli omicidi sono diminuiti. Nel 2015 sono stati 468, il tasso più basso di sempre.
- Le rapine e le violenze sessuali, passate dalle quasi cinquemila alle quattromila del 2015.
- Il numero dei furti è rimasto sostanzialmente invariato.
- Le aggressioni violente dalle 65 mila del 2008 alle 64 mila del 2015.
- Anche le rapine presentano una tendenza costante alla decrescita.
- Il numero di sequestri e rapimenti in Italia è di gran lunga il più basso tra i paesi presi in considerazione, e significativamente inferiore alla media UE.
La lenta diminuzione della criminalità segue una tendenza in atto in tutta l’Unione Europea, dove fra il 2003 e il 2012 il numero dei reati compiuti in un anno è diminuito del 12 per cento.
Bisognerebbe dunque dire che l’aumento degli stranieri viene accompagnato a una diminuzione dei reati.
Lo aveva detto nel 2016 lo stesso capo della polizia, Franco Gabrielli: «I numeri parlano chiaro: non c’è stato alcun incremento di reati rispetto all’aumento della presenza di immigrati».
Dall’ inizio anni novanta il dato è in continua diminuzione, fino a livelli che gli studiosi dubitavano sarebbero mai stati raggiunti.
“Ora noi ci aspetteremmo che questa mattina tutti i giornali aprano la loro prima, a tutta pagina, con un titolo che dice: “Ci eravamo sbagliati, la criminalità è in ritirata”. O qualcosa del genere. Però non accadrà”.
Il Direttore di “Il dubbio” commenta: E non è accaduto.
I giornali e le Tv, il web e tutto il resto continuano a scrivere e a dire che ormai la criminalità controlla il territorio e lo Stato si è arreso. L’opinione pubblica italiana è frutto dei mezzi di informazione che percepiscono una correlazione fra immigrazione e criminalità in modo profondamente viziato. I media tendono – innocentemente o maliziosamente - a enfatizzare gli episodi criminali e far passare sotto silenzio il netto calo della criminalità in Italia negli ultimi anni, e enfatizzano soprattutto la nazionalità degli autori dei reati ecco che l’opinione pubblica sarà portata a credere che la criminalità sia in aumento a causa dell’aumento del numero degli immigrati.
A chi interessa coltivare nel popolo la percezione di una “violenza in aumento, di insicurezza dilagante, di crescita clamorosa della delinquenza”?
Il Rapporto dell’Osservatorio Europeo sulla sicurezza, informa che il 78% degli Italiani pensa che - rispetto a cinque anni fa - la criminalità sia cresciuta a livello nazionale. Ma quando si chiede cosa è successo a livello locale, solo il 43% pensa la stessa cosa. La conoscenza del livello locale è diretta, quella a livello nazionale dipende dalla TV, giornali, internet…
La differenza tra il 78 e il 43% è quello che potremmo chiamare “effetto midia”, che è lo scarto tra l’impressione e la realtà, tra la percezione che la midia ci fa bere e i numeri della realtà.
Se persone serie e responsabili come Ernesto Galli della Loggia, storico e professore, quindi educatore, si lasciano trascinare da questo brutto vezzo, cosa possiamo aspettarci dai nostri media?
È risaputo che, quando intervengono congiunture economiche negative, aumenta la criminalità. Nel nostro caso, invece, pur nella forte crisi che l’Italia attraversa, i numeri della criminalità sono diminuiti del 12%, “un dato statisticamente enorme, un vero e proprio record”.
Curiosamente...
Il Regno Unito, tra il 2000 e il 2015, fu il paese più colpito dal terrorismo in Europa. Parve logico, allora, considerare il terrorismo come una delle più gravi minacce per il paese. [= la percezione]. E i numeri? Cosa dicono i numeri? I numeri dicono che gli attacchi terroristici hanno causato 90 morti in 15 anni cioè in media 6 persone l’anno.
Nello stesso paese muoiono 120 persone l’anno per incidenti in bicicletta.
E nessuno lancia allarmi contro la minaccia… ciclistica!