Carovana Centro-America: Strepitare in casa altrui
Nel capitolo ottavo dei Promessi Sposi, Alessandro Manzoni mostra Renzo e Lucia che cercano di sorprendere Don Abbondio, il parroco, per obbligarlo a fare il loro matrimonio. E conclude:
“In mezzo a questo serra serra, non possiamo lasciar di fermarci un momento a fare una riflessione. Renzo, che strepitava di notte in casa altrui, che vi s'era introdotto di soppiatto, e teneva il padrone stesso assediato in una stanza, ha tutta l'apparenza d'un oppressore; eppure, alla fin dei fatti, era l'oppresso. Don Abbondio, sorpreso, messo in fuga, spaventato, mentre attendeva tranquillamente ai fatti suoi, parrebbe la vittima; eppure, in realtà, era lui che faceva un sopruso. Così va spesso il mondo... voglio dire, così andava nel secolo decimo settimo”.
Ho ricordato questa storia assistendo al notiziario della TV sulla Carovana dei migranti dell’America Centrale verso gli USA.
- «La Carovana porta alla luce quanto finora è rimasto nell’ombra: il volto criminale di un ordine mondiale che relega ai margini interi popoli e Paesi» - dice Don Raúl Vera López, vescovo di Saltillo nello Stato messicano di Coahuila, che ha dedicato gli ultimi 20 anni alla protezione degli immigrati, in gran parte centroamericani, di passaggio in Messico nel viaggio verso gli Usa.
- «L’esodo da El Salvador, Honduras e Guatemala non è un fenomeno nuovo. La nostra casa rifugio di Saltillo, in 12 anni di esistenza, ha accolto centomila immigrati. Ma finora, questa emigrazione era rimasta invisibile».
Gli ultimi del pianeta hanno scoperto che, partendo insieme, hanno forza. E la stanno usando.
Si tratta, certo, di una forza non violenta che smaschera la violenza dei grandi della terra. Comunque vada, la Carovana farà scuola.
- Non dobbiamo perdere di vista il problema di fondo: la diseguaglianza mondiale, crescente e feroce. Questo è, a sua volta, frutto dell’irresponsabilità dei nostri governi. Di quelli del Nord del mondo che dirigono la «grande orchestra» dell’economia globale e di quelli corrotti del Sud del pianeta. Fin quando la questione non verrà risolta, avremo altre Carovane.
L’orto degli Stati Uniti
Da più di 100 anni l’America Centrale è stata trattata come “l’orto” degli USA. O peggio.
In occasione dell’attentato alle Torri Gemelle di New York – 11.09.2001- lo scrittore Gabriel Garcìa Màrquez in una lettera aperta Mr. Georgw W. Bush, presidente degli Stati Uniti, scriveva:
- “Lo sapevi che fra il 1824 e il 1994 il tuo Paese ha messo a segno 73 invasioni in Paesi dell'America Latina? Le vittime furono Puerto Rico, Messico, Nicaragua, Panama, Colombia, Cuba, Honduras, Repubblica Dominicana, Isole Vergini, Salvador, Guatemala e Grenada. … Devi sapere che per molti popoli del mondo (in questo pianeta, in cui ogni giorno muoiono 24.000 abitanti per fame o per malattie curabili), gli Stati Uniti non rappresentano la libertà, bensì un nemico lontano e terribile che semina soltanto guerra, fame, paura e distruzione”
La miseria che spinge a migrare, anche in condizioni disperate, come le attuali, è la conseguenza naturale di un secolo del colonialismo più selvaggio che la storia ricordi.
Come cristiani, non farà male ricordare che nella seconda metà del XX secolo e nell‘inizio del presente la Chiesa dell’America Latina ebbe il maggior numero di martiri della storia, e tutto con la partecipazione attiva del governo di Washington.
Se ci fosse giustizia
Se ci fosse giustizia in questo mondo, il Segretario di Stato Mike Pompeo dovrebbe essere deposto per aver affermato che la maggior parte dei migranti in movimento verso gli Stati Uniti sono dei criminali e il presidente Trump dovrebbe chiedere perdono per averli chiamati “criminali e mediorientali sconosciuti”.
Se ci fosse giustizia, Trump e tutti i governatori degli Usa dovrebbero andare incontro alla Carovana, dare il benvenuto e mettere a disposizione dei nuovi venuti il piano di integrazione di cui hanno bisogno.
E non sarebbe un dono.
Sarebbe solo una parziale (le vite sacrificate non si potranno restituire), tardiva e insufficiente riparazione di quanto gli USA hanno fatto nel Centroamerica.
- p. Savio C. - Parma 23.11.2018