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Carissimi,
inizio la mia lettera di auguri pasquali con questa bellissima riflessione di fede, tratta dal Commento ai Salmi di Sant’Agostino: “... il Signore nostro Gesù Cristo, Figlio di Dio, sarà colui che prega per noi, prega in noi, è pregato da noi. Prega per noi come sacerdote, prega in noi come nostro capo, è pregato da noi come nostro Dio”. Ogni anno, al mercoledì della V Domenica di Quaresima, mi son trovato a leggere le parole di sant’Agostino. Dal momento che gli anni del mio sacerdozio missionario sono 60, le avrò letto almeno 60 volte! Non so come mai, forse a motivo della mia età, avviata al traguardo degli 85, esse hanno attirato in maniera particolare la mia attenzione. Auguro anche a voi di seguire l’attitudine di Sant’Agostino quando scandite la preghiera dei Salmi.

Da alcuni anni a questa parte, la Pasqua di Risurrezione, invece che dal segno della vita, della gioia e della speranza, appare marcata dal segno dell’odio e della morte. Sembrava che il Covid, tragico evento naturale, che seminò milioni di morti, facesse rinsavire le coscienze. Invece al Covid sono succedute le guerre con una sequela di distruzione e di morte. Nel clima festoso delle celebrazioni pasquali, segnate dal canto dell’Alleluja, sgorga spontaneo dal profondo del nostro essere il grido di supplica al Cristo, vincitore della morte. Il saluto della Risurrezione “La pace sia con voi!” diventi effettivo in questo nostro mondo dilaniato dall’odio e dalle guerre!

Nel mese di aprile, che segna i miei 47 anni (aprile 1977-aprile 2024) di vita missionaria in Bangladesh, ritornerò in Italia per l’ennesima operazione. Ai tanti, che mi esortavano a farmi operare, immancabilmente dicevo: “Basta coi ferri!”. Con i miei due bastoni avevo fatto mie le parole di sant’Agostino: “Canta e cammina (zoppicando!), cammina(zoppicando!) e canta”! Recentemente è stato qui in Bangladesh con un team di medici italiani, che viene ogni anno, il fisioterapista, che 15 anni fa si prese cura di me quando ebbi l’operazione all’anca sinistra. L’argomento che mi ha portato mi ha convinto a tornare in Italia, che avevo salutato per sempre nel novembre del 2021. Egli, in sostanza, mi ha detto che la protesi della gamba sinistra, su cui faccio forza per muovermi, potrebbe cedere e sarei così costretto all’immobilità. Addio quindi al “Canta e Cammina!”. Vengo quindi in Italia con il desiderio e la speranza di ritornare in Bangladesh e concludere la mia vita tra i miei Das.

Rinnovando gli auguri per una Pasqua, che ci porti il dono della pace, vi chiedo anche un ricordo nella preghiera.

Chuknagar, Domenica delle Palme 2024



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