Skip to main content
Condividi su

Decine di paesi del Sud del mondo non riescono a pagare i debiti contratti negli anni 70-80. È giusto continuare a chiederne il rimborso a scapito di spese indispensabili allo sviluppo?

“Per un agnostico quale sono io –dichiarava Salman Rushdie– la questione preminente del mondo d’oggi è il debito: i milioni di miliardi di dollari che tengono in soggezione, o sotto il tallone dei ricchi i paesi più poveri del mondo. Perfino negli ambienti del più intransigente conservatorismo sta crescendo il consenso intorno alla necessità di cancellare il debito, se non si vuole che il terzo millennio inizi nel segno della violenza, del fanatismo e del dispotismo, effetti inevitabili di questa ingiustizia globale”.

In occasione del Giubileo dell’anno 2000, sui cinque continenti sono state lanciate campagne per la cancellazione e la riduzione del debito dei paesi del Sud del mondo.

Si tratta di un’azione che si iscrive a giusto titolo nel tema dell’economia solidale, dal momento che la riduzione del debito di questi paesi è prima di tutto una questione di giustizia e di solidarietà e non soltanto un problema finanziario. Nonostante queste prese di posizione, comunque, manca la volontà politica dei governi dei paesi ricchi.

Il contesto del Giubileo offra ai cristiani, ma non solo a loro, l’occasione di chiedere che “la vita sia anteposta al debito”.



Per scaricare la rivista accedi con le tue credenziali d'accesso o abbonati.

Logo saveriani
Sito in costruzione

Portale Unico dei Saveriani in Italia

Stiamo finalizando la nuova versione del portale

Saremmo online questa estate!

Ti aspettiamo...

Versione precedente del sito