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Padre Organtino (1532-1609), 2ndo padre della cristianità giapponese

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Padre Organtino LibroBateren è la fonetizzazione in giapponese di “padre”, che designava i Gesuiti. Urugan di Organtino, l’apostolo di Miyako, l’odierna Kyoto, dove il gesuita bresciano trascorse la maggior parte della sua vita missionaria. “Secondo padre della cristianità” è l’espressione che l’autore prende dallo storico TacchiVenturi, anche se non condivisa da altri che attribuiscono il “titolo” al padre Torres,compagno del Saverio.

Il libro è suddiviso in tre parti.

La prima descrive il cammino di Organtino sino in Giappone. Già prete, sente la chiamata a dare la vita per la “conversione dei Mori”, secondo i racconti in voga in quei tempi, che ritenevano l’invasione musulmana come un grande pericolo per la cristianità. La vocazione missionaria matura in occasione del pellegrinaggio a Loreto, santuario mariano allora curato dai gesuiti. Entra nella Compagnia di Gesù, a Ferrara. Viene poi inviato a Roma per completare gli studi, al termine dei quali, nel 1565, spera di realizzare il suo sogno di partire per le Indie.

La seconda parte tratta dei quasi quarant’anni di attività missionaria di Organtino. Il suo arrivo coincide con l’inizio del secondo periodo della missione dei gesuiti in Giappone (1570-1614), molto florido per il numero di conversioni (300 mila secondo i dati del 1603) e per la qualità dei personaggi politico-militari che ricevettero il battesimo.

Organtino sa adattarsi al nuovo mondo, atteggiamento che sarà altamente apprezzato dalla gente, divenendo spesso occasione di interesse per il cristianesimo da parte dei vari daimyo (signori feudatari locali). Si prodiga in opere caritative per lebbrosi e bambini, sarà fondatore della prima congregazione religiosa di suore in Giappone e dimostrerà talento architettonico, sensibilità e acuta ricezione della cultura giapponese anche nella costruzione di chiese.

Si dedica all’evangelizzazione, anzitutto attraverso un impegno accurato nello studio della lingua e dei costumi.

Le tre grandi questioni affrontate da Alessandro Valignano (adattamento dei missionari alla cultura locale, impostazione del catecumenato, formazione del clero locale) troveranno in Organtino un sostenitore ed esecutore appassionato. Viene incaricato dal Valignano della costruzione del seminario di Azuchi e della formazione dei giovani aspiranti sacerdoti. Tale formazione porterà buoni frutti: nel 1602 vengono ordinati sacerdoti i primi gesuiti giapponesi e l’anno successivo i primiseminaristi diocesani. In 15 anni, nella sola Osaka, Organtino avrebbe battezzato ben 65 nobili.

Nella terza parte del libro sono raccolti alcuni pareri, tra cui quelli dei due storici gesuiti Pitero Tacchi Venturi e il Hubert Cieslik, relativi alla personalità e al lavoro svolto da Organtino. Vi leggiamo espressioni lusinghiere che esaltano la grandezza di carattere, la personalità e l’importanza del ruolo di Organtino nella evangelizzazione del Giappone.

Significativo, in questa parte, anche il capitoletto “Mistica di assimilazione” (pp. 160-162), che esprime bene e sinteticamente il principio conduttore di tutta la vita missionaria di Organtino, il principio dell’adattamento, di cui il Valignano si fece promotoreed il gesuita bresciano realizzatore. Oggi si direbbe “principio di acculturazione”, processo previo e necessario ad ogni tentativo di “inculturazione”.

Considerando ciò che stava accadendo nelle Americhe, dove vigeva il principio della tabula rasa, appaiono davvero encomiabili lo sforzo e la passione con cui Organtino si adattò alla cultura giapponese e l’amò.

Qualche osservazione critica: la data d’introduzione del cristianesimo in Corea non corrisponde al 1592, ma al 1784 (cf. p. 9). Il Valignano è stato ambasciatore del vicerè delle Indie, non vicerè, come scritto a p. 133. Ancora, Valignano organizzò e progettò l’ambasceria giapponese per l’Europa, ma non vi prese parte, come invece scritto a p. 133. Il Saverio non battezzò Jajiro e comunque il suo nome di battesimo era Paolo e non Lorenzo (cf. p. 75).

  • RENATO FILIPPINI, Missionario Saveriano di Ghedi (BS), in Giappone.


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