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L’informazione religiosa, Tra santità e potere

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Santita Potere LibroQuest’ultimo libro di Zizola, Santità e potere. Dal Concilio a Benedetto XVI: il Vaticano visto dall’interno, ci offre un intreccio di molte storie, di diversi piani di lettura. È ad un tempo: il racconto di cinquant’anni di vita e governo della Chiesa visti dall’interno, come recita il sottotitolo; l’autobiografia intellettuale e professionale di “un giovane uscito dal suo villaggio con in tasca solo la passione per il giornalismo”; la storia della nascita e dell’evoluzione dell’informazione religiosa; ancora, la ricostruzione di un tratto del tortuoso percorso del rapporto tra il potere ecclesiastico e il potere degli Stati nella dialettica autonomia/influenza reciproca, con particolare attenzione al caso Italia.

Zizola utilizza il metodo della storiografia narrativa - già sperimentato con successo nelle sue opere, in particolare nella biografia di Giovanni XXIII (L’utopia di papa Giovanni) -, che applica all’organizzazione di una notevole documentazione di prima mano: il diario (tenuto dal 1961), l’epistolario e l’archivio personali, quest’ultimo ora consultabile all’Istituto Sturzo; ma c’è anche un’importante e preziosa fonte orale, interna al sistema curia romana, mantenuta anonima con l’indicazione di “Angelo d’Oltretevere”.

Le molte pagine del volume (594 più le note) offrono un grande affresco narrativo, che appassiona e attrae il lettore dal principio alla fine.

Un racconto che, anche nei passaggi delle vicende meno nobili – come l’isolamento in curia di papa Luciani (pp. 280-292) o le manovre per bloccare documenti conciliari sulla libertà religiosa e gli ebrei (pp. 57-69) o i plurimi tentativi di controllare l’informazione religiosa dei quotidiani laici (pp. 94-116, 348-357, 370-383) o, ancora, lo scandalo IOR-Ambrosiano (pp. 358-370) –, porta sempre a formare nel lettore una coscienza critica che sappia guardare, al di là dei fatti, all’orizzonte più ampio del bene della Chiesa e alla fedeltà al Vangelo.

In verità, il tema centrale di questo libro si può dire che sia l’attività giornalistica nella sua specializzazione relativa all’informazione religiosa; alla nascita e allo sviluppo della quale Zizola ha dato, per la realtà italiana, un contributo importante.

Il Concilio, che collochiamo all’origine dei molti cambiamenti nella vita della Chiesa, sta anche all’origine dell’informazione religiosa contemporanea. È durante le sue sessioni, come documenta Zizola, che si assiste alla faticosa nascita della sala stampa vaticana.

Ma la vera novità, ancora scarsamente realizzata, sarà il passaggio dalla concezione di un giornalista concentrato sulle cose vaticane (vaticanista) all’informatore religioso, che presta attenzione non solo al Vaticano, ma alla realtà delle Chiese locali, delle altre Chiese cristiane e alle grandi religioni mondiali. Si colloca in questo passaggio la fondazione (1977) del Centro Culturale per l’Informazione Religiosa (CCIR) che, diretto dalla fondazione per molti anni dall’autore, svolgerà un ruolo importante nella crescita dell’informazione religiosa.

Attraverso le prime esperienze professionali Zizola scopre che il giornalismo consiste “nel movimento del giornalista verso la notizia, quando essa [è] ancora in attesa di essere scoperta, come la forma di un marmo prima di venire alla luce come statua, più che il movimento inverso, della notizia verso il giornalista” e che esso è “in radice un atto critico”, una ricerca della verità “a occhi aperti, senza pregiudizi” (p. 23). Una visione maieutica e di rigore morale e intellettuale, che sta all’origine del non facile cammino professionale dell’autore e dei molti scontri con il potere ecclesiastico e politico (entrambi ben documentati nel libro), che lo porterà, in anni recenti, ad impegnarsi nel tentativo di rinnovamento dell’associazione della stampa cattolica (UCSI) e alla definizione di un comitato etico per i media.

Un libro da leggere per capire più in profondità gli avvenimenti ecclesiali degli ultimi cinquant’anni e per confermarci nella verità di fede che la santità sta alla fine del nostro percorso terreno e ci è data per la misericordia di Dio. Anche in Vaticano.



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