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INSIEME PER SEMINARE LA SPERANZA

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 Sperare, un verbo che si coniuga al plurale: più sono i folli a sperare e più la speranza è forte, gioiosa, irradiante.

Sperare, un verbo che si coniuga al presente: solo i delusi, come già i discepoli di Emmaus, dicono: speravamo ... ora è finita.

     Eccoci dunque insieme per seminare oggi la speranza. Ma soprattutto stiamo attenti a non ingannarci per quanto riguarda la terra degli uomini che solchiamo. La speranza è qualcosa di diverso dalle aspirazioni quotidiane.

     Ci sono i miserabili di sempre, senza denaro né casa. Ci sono quelli che hanno perso il lavoro, la reputazione. C'è chi ce lo dice, urla e reclama. C'è chi tace, murato nella sua solitudine o etichettato dalla società. Aspirazioni dei poveri ai quali Cristo dice sì... “Egli ricolma di beni gli affamati”, ma offrendo loro, in più, la speranza.

     Ci sono quelli che corrono incessantemente dietro alla ricchezza o al potere. Quelli che hanno una sete crescente di gadget o di prestigio. Aspirazioni dei ricchi ai quali Cristo dice no... “Egli rimanda i ricchi a mani vuote”, ma offrendo loro, in cambio, la speranza.

     Tutte le aspirazioni umane ci proiettano fuori dall'istante presente. La speranza cristiana, per il fatto che sa discernere, nel flusso quotidiano, quello che è relativo da quello che è assoluto, ciò che è scarto e ciò che è “seme d'eternità”, ci costringe a vivere intensamente l'oggi di Dio.

     La chiesa ha bisogno di profeti che dicano che la miseria di ogni uomo, di ogni mio fratello, vicino o lontano, non è un fato o qualcosa di definitivo. Ma la chiesa ha bisogno ancor più di martiri per testimoniare che la speranza non si riduce a un'aspirazione, per quanto legittima. Una chiesa che offrisse solo pane tradirebbe o deluderebbe l'uomo che, anche se non sempre lo confessa, ha fame della Parola di Dio: è questo il “soccorso cattolico” (organizzazione cattolica per la carità in Francia, ndr), che si aspetta l'uomo ferito sul bordo della strada che scende da Gerusalemme a Gerico.

Forse è più difficile far crescere dentro di noi la piccola Speranza che le sue due grandi sorelle, la Fede e la Carità. Bisogna per questo far crescere in noi il cuore di un povero, riconoscerci peccatori, come insegna Péguy, sotto il portico di questo mistero che stupisce il mondo:

Ci si domanda, ci si dice: ma come avviene

che questa fontana Speranza eternamente

scorre,

eternamente giovane, eternamente pura,

eternamente fresca, eternamente viva? ...

Buona gente, dice Dio, non ci vuol molto ...

Se fosse con dell'acqua pura

che lei volesse dare delle fonti pure,

mai ne troverebbe abbastanza in tutta la mia

creazione.

Ma è giustamente con le acque cattive

che lei fa le sue fonti d'acqua pura.

Ed è per questo che non ne manca mai.

Ma è anche per questo che lei è la Speranza ...

Ed è il più bel segreto

che ci sia nel giardino del mondo.

Non bisogna aver paura di seminare nel giardino degli uomini. E di seminare insieme: la speranza nasce dalla condivisione.

  • ROGER ETCHEGARAY.


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