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IL VANGELO, I POVERI E LA POVERTÀ DELLA CHIESA

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Al centro della vita cristiana sta il delicato problema della sequela di Gesù, messia dei poveri e messia povero, di una chiesa povera a misura del suo Signore: una vita cristiana che vive il primato del Regno con il riconoscere ed accogliere la visita di Dio nel mistero dei poveri.

Oggi non è possibile misurarsi su questo orizzonte se non a partire dalla straordinaria novità introdotta dal pontificato di Giovanni XXIII e dall’evento del concilio.

In questo modo si evita ogni prospettiva moralistica, ogni riduzione etica, ogni approccio eroico, per cogliere fino in fondo la novità cristiana di una chiesa al tempo stesso serva dell’Evangelo e capace di anticipare il Regno nella consuetudine di vita e di cuore con i poveri e i piccoli della terra.

Dedicheremo, quindi, la nostra attenzione innanzitutto alla “svolta” che ha significato papa Giovanni nella chiesa nei confronti dei poveri, notando come essa sia stata assunta nei pronunciamenti e nelle scelte del concilio.

Ci domanderemo poi quale ricezione del concilio e della prospettiva di papa Giovanni sia stata fatta in questi trent’anni.

Infine richiameremo alcuni nodi del cammino attuale della chiesa, se accetta di farsi provocare dal grido che sale dai poveri.  Nel post-scriptum, a partire dalle vicende del card. Giordano, richiameremo alcuni interrogativi che – ci sembra – non possono lasciare indifferenti le nostre chiese.



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