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ECUADOR: VOCI E LOTTE DEL MOVIMENTO INDIGENO

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Il movimento di opposizione alla globalizzazione neoliberista, che a Porto Alegre ha iniziato a elaborare una piattaforma per una società “in cui ci sia posto per tutte e tutti”, esprime la convergenza di esperienze diverse, ma accomunate dalla convinzione della necessità di nuove alleanze sociali capaci di saldare le lotte per la vita, la dignità e la giustizia.

Tra i protagonisti latinoamericani di questa “coalizione arcobaleno” spiccano gli zapatisti messicani, che contribuiscono al rinnovamento della politica offrendo un immaginario e parole d’ordine inedite, e i sem terra brasiliani, che hanno riportato all’attenzione mondiale il tema, erroneamente giudicato residuale, della riforma agraria, legandolo con quello modernissimo degli organismi geneticamente modificati e costruendo un’intesa, prima impensabile, coi contadini del francese José Bové.

Meno rilievo è stato a torto dato alla Confederazione delle nazionalità indigene dell’Ecuador (Conaie).

Essa, infatti, non solo è la più forte organizzazione popolare del continente e l’unica in grado di paralizzare un intero paese, ma è quella che ha posto con maggior organicità (e ottenendo risultati non trascurabili in un decennio di mobilitazione semipermanente) gli interrogativi e le rivendicazioni connessi alla “alterità” (in termini di cultura, diritti, ambiente, ecc.) delle popolazioni originarie.



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