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Missione Oggi ha scelto per il Convegno 2011 il tema dei poveri e della povertà come cifra simbolica dell’attuale congiuntura italiana e mondiale. In Italia sono quasi otto milioni i cittadini che vivono in condizioni di “povertà relativa”. Nel mondo sono più di un miliardo coloro che sperimentano quotidianamente la “povertà assoluta”, tre miliardi la “povertà relativa”.

Il titolo “Guai a voi, poveri!” è volutamente provocatorio. Enfatizza cioè la “sberla” materiale e morale che i poveri continuano a ricevere, anche in un paese culturalmente cristiano, come l’Italia, che, in contrasto con le Beatitudini evangeliche, rischia di stare più dalla parte dei crocifissi, appesi ai muri delle scuole e degli uffici pubblici, che dalla parte dei poveri, messi in croce dalla nostra indifferenza ed esclusione.

L’obiettivo del Convegno – in ideale continuità con il precedente su stranieri e migranti (2010) – era quello di ripensare il mondo e la missione oggi rimettendo i poveri al centro, come condicio sine qua non per dar vita a una nuova polis, più equa e solidale, e ad un nuovo stile di essere cristiani, rigenerando quella scelta preferenziale dei poveri fatta dalla Chiesa del Concilio (1962-1965) e rinnovata dalla Conferenza generale dell’episcopato latinoamericano a Medellín (1968). La povertà, infatti, è anche la cifra simbolica dell’azione di Gesù e della Chiesa.

L’insistenza sul tema dei poveri e della povertà rappresenta un ulteriore tentativo, da parte del nostro mensile, di esprimere fedeltà al Vangelo di Gesù Cristo, nel momento in cui “il vangelo maggiore” della globalizzazione economica e finanziaria banalizza la vita dei poveri come surplus people (gente in più, di scarto).

Per questo il Convegno ha accolto con gioia padre Luigi Paggi, da oltre trent’anni al servizio dei fuoricasta e intoccabili in Bangladesh, e Krisnopodo Munda, unico laureato della sua tribù, per farci udire il “controcanto” dei Neri del Bengala: “Per noi tribali la terra è vita e la vita è terra... Tramite questo prezioso dono della terra il futuro della mia gente sarà molto migliore del suo passato” (Krisnopodo Munda). Solo l’ascolto dell’altro, del povero, potrà metterci sul cammino della conversione politica e pastorale, ridando senso ed equilibrio ad una storia in cui i poveri non hanno voce.

Vera storia si farà ascoltando il racconto di tutti, ma soprattutto dei poveri, come profeticamente recita il Concilio Vaticano II: “Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore” (Gaudium et spes 1).

Auguro a tutti gli amici di Missione Oggi una buona estate, chissà anche grazie alla lettura degli atti del Convegno qui raccolti. Ci accompagni nel nostro “peregrinare” estivo l’immagine che l’autore, don Carlo Tarantini, ci ha proposto quale icona dell’evento con l’eloquente didascalia:

“Nel freddo grigiore di una società delusa, i poveri – ancora senza volto – da sempre dicono una speranza disattesa”.



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