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Contro i mercanti di armi: DIFENDIAMO LA 185/’90

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Il 25 marzo scorso è iniziata alla Camera la discussione del Disegno di legge 1927, che modificherà sostanzialmente la legge 185 del 9 luglio 1990 sul controllo del commercio delle armi. Il dibattito parlamentare in aula verrà ripreso a maggio: invitiamo tutti ad inviare ai propri parlamentari il seguente appello della Campagna “Difendiamo la 185” promossa anche da Missione Oggi.

APPELLO UNITARIO
di tutte le associazioni in difesa della legge 185/90

Noi rappresentanti di diverse realtà della società civile organizzata, cittadine e cittadini...

ricordiamo che, come esplicitato nell’art.1 della Legge 185/90 che regola il commercio delle armi, la Costituzione italiana all’articolo 11 "ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali". Coerentemente riteniamo che nessun atto legislativo del parlamento possa contraddire quel dettato, favorendo in qualche modo il ricorso allo strumento della guerra.

Per questo motivo affermiamo la nostra contrarietà alle misure introdotte dall’Accordo quadro tra Francia, Germania, Italia, Spagna, Svezia, Gran Bretagna e Irlanda del Nord (Paesi col 90% della produzione bellica europea) "relativo alle misure per facilitare la ristrutturazione e le attività dell’industria europea per la difesa" siglato a Fanborough il 27 luglio 2000 e sottoposto ora alla ratifica del Parlamento italiano con il Disegno di Legge n. 1927.

Chiediamo che le istituzioni comunitarie si dotino di adeguati strumenti di garanzia di trasparenza e di controllo in tema di produzione e commercio di armi.

Il nostro "NO" si fa ancora più deciso verso la proposta contenuta nella ratifica dell’Accordo, di modificare la Legge 185 del 1990. Quella legge fu ottenuta grazie all’impegno di alcune realtà di base per vincolare a criteri etici e di trasparenza il commercio di armi. In particolare vanno salvaguardati i principi di fondo che diedero vita a quella legge e le stringenti normative che vietano l’esportazione di armi italiane "a paesi in stato di conflitto armato; paesi la cui politica contrasti con i principi dell’art. 11 della Costituzione; paesi nei cui confronti sia stato dichiarato l’embargo totale o parziale delle forniture belliche da parte delle Nazioni Unite; paesi i cui governi sono responsabili di accertate violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti dell’uomo; paesi che, ricevendo dall’Italia aiuti ai sensi della legge 26 febbraio 1987, n. 49, destinino al proprio bilancio militare risorse eccedenti le esigenze di difesa del paese".

Chiediamo perciò un’applicazione ancora più rigorosa di quella legge, che è posta a garanzia della trasparenza di tutte le operazioni relative al commercio di materiale bellico. Una riforma di quella legge permetterebbe l’immissione sul mercato di una quantità rilevante di armi e, in particolare, renderebbe ancor più difficile accertare i canali di vendita e i destinatari finali. Nell’attuale momento storico, una tale normativa finirebbe anche col favorire un incremento del commercio clandestino di armi da parte di mercanti senza scrupoli.

Per queste ragioni ci appelliamo alla coscienza di ciascun parlamentare affinché voti contro ogni ipotesi di riforma della legge 185/90.

Preannunciamo una vigilanza attenta e una mobilitazione che, anche a livello europeo, impedisca alla lobby dell’industria bellica di lucrare alti profitti pagati a prezzo della vita dalle vittime delle guerre e della violenza diffusa.


  • Al sito  www.banchearmate.it puoi trovare tutti i documenti informativi circa la Campagna “Difendiamo la 185” e l’iniziativa "Invia una mail ai parlamentari per bloccare il disegno di legge 1927"


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