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Buone notizie dall'Africa grazie a ''Mo'' Ibrahim

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Si chiama Mohammed Ibrahim, per gli amici "Mo" Ibrahim. È lui, ricco uomo d'affari sudanese (telefonia mobile) cresciuto tra Londra e Khartoum, l'ideatore del premio per il "miglior leader africano". L'obiettivo prefisso è incentivare la democrazia. Detto con le sue parole, "niente è più importante per lo sviluppo dell'Africa che un buon governo".

Joaquim Chissano, ex presidente del Mozambico, è stato dichiarato miglior leader politico africano del 2007 e Festus Gontebanye Mogae, ex presidente del Botswana, del 2008. La sua Fondazione, con il supporto della Kennedy School of Government e di altri accademici africani, ha creato l'Ibrahim Index of African Governance, l‘indice del buon governo stabilito in funzione di 58 criteri, che definiscono una buona governance. Sono divisi in cinque temi, in particolare, la difesa e la sicurezza, la legislazione, la trasparenza e la corruzione, la partecipazione ed i diritti umani, lo sviluppo economico duraturo e lo sviluppo umano.

Leggendo le notizie che ci giungono dall'Africa, in particolare dalla Somalia, dal Sudan e dallo Zimbabwe, è raro trovarne una buona.

Tuttavia in quella parte dell'Africa c'è stato nel 2006 un lento miglioramento e soprattutto un nuovo fenomeno: elezioni libere e democratiche. Alcuni lo attribuiscono alla crescita della classe media, a una maggiore coscienza civica, a una più incisiva pressione internazionale sui governi e infine, diciamolo pure, alla morte di vecchi leader del periodo postcoloniale.

Paesi come Capo Verde, Botswana e Sudafrica sono meglio governati negli ultimi due anni. La Liberia ha avuto un buon punteggio: è passata dal 44° posto nel 2005 al 38°. Nel 2006, dopo due decadi di guerra civile, la Liberia ha eletto la prima donna africana Capo di Stato, Ellen Johnson-Sirleaf, ora intenzionata a ricostruire istituzioni e infrastrutture del Paese. Anche il Burundi è ben piazzato nel 2006: è stato l'anno che ha firmato l'accordo di pace con l'ultimo gruppo di ribelli con la mediazione del Sudafrica, mettendo fine a tredici anni di guerra interna. Così anche l'Uganda, dopo aver tenuto le prime elezioni multipartitiche in venti anni. Circa due terzi dei Paesi hanno migliorato il loro punteggio rispetto al 2005. La Banca Mondiale, nel suo rapporto annuale (2005), fa sapere che l'Africa ha girato l'angolo della povertà e del debito in cammino verso la prosperità e lo sviluppo.

Noi missionari non siamo ingenui, conosciamo la fatica di tanta gente africana, soprattutto donne, che ogni giorno cercano di sopravvivere e affrontano le difficoltà di mandare i figli a scuola, crescerli in buona salute e preparare loro un futuro decente. Con mille espedienti quotidiani.

La corruzione esiste nell'Africa subsahariana ed è una gramigna dura da estirpare.

Nella lista di Transparency International che ogni anno compone l'indice della percezione della corruzione dei Paesi del mondo (180), il Botswana è al 36° posto, mentre l'Italia è al 55°. L'intelligenza è un frutto che si raccoglie nel giardino del vicino.



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