A proposito della social-card
Qualche giorno fa mi ha chiamato al telefono un confratello il quale, a bruciapelo, mi ha chiesto cosa pensavo della social card, la carta di credito che in questi ultimi tempi è stata data dal governo ai poveri. La domanda mi è caduta addosso come una tegola, non solo inaspettata, ma impertinente: mi ha fatto riflettere su un tema che sempre scotta: quello dei poveri e della povertà religiosa.
Da subito mi era parso che la «trovata» del governo non poteva essere il rimedio adeguato per i mali che voleva curare e, quando mi fu recapitato con la posta l’invito a ritirarla e a utilizzarla, avevo cestinato la lettera. Mi pareva così di aver messo un punto definitivo, per quello che mi riguardava, su un argomento che aveva suscitato nella nostra comunità pareri divergenti, lasciandoci su p...
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