GUAI A VOI POVERI!
CHI SALVERÀ IL MONDO?
Sabato 7 maggio 2011 / Ore 9.00-18.00
Chiesa di San Cristo
Via Piamarta, 9
25121 Brescia
La rivista “Missione Oggi” sceglie per il suo convegno nazionale 2011 il tema della povertà come cifra simbolica dell’attuale congiuntura italiana e mondiale. Nel mondo ci sono ancora un miliardo e quattrocento mila persone che vivono in condizioni di povertà estrema, con meno di 1,25 dollari al giorno. Tra queste, oltre il 70% vive nelle aree rurali dei paesi in via di sviluppo e 925 milioni di persone soffrono di denutrizione, secondo le stime del Rural Poverty Report 2011 dell’Ifad. In Italia, secondo l’Istat, sono quasi 8 milioni le persone in condizione di “povertà relativa”. Nel 2009 l’incidenza di tale povertà tra le famiglie operaie era pari al 14,8%: una famiglia operaia ogni sette! Sono dati che stridono con quanto avviene all’altro polo della piramide sociale, l’altra Italia, quella si è avvantaggiata mentre il paese declinava. Per lungo tempo l’Italia costruita in alto non si è curata di chi sta in basso, producendo smarrimento, risentimento e solitudine in chi si è sentito “escluso” dalla condizione di cittadino. “Missione Oggi” vuole dar voce ad un “altro racconto” dell’Italia e del mondo, a partire dai poveri e dagli esclusi. Con la consapevolezza che la povertà è anche la cifra simbolica dell’azione di Gesù e della Chiesa. Non è per caso che, al Concilio Vaticano II, il card. Giacomo Lercaro abbia espresso l’intenzione di unificare sotto il tema della povertà tutto il messaggio conciliare. Gli faceva eco qualche anno più tardi il vescovo brasiliano Moacyr Grechi: “Senza i poveri la Chiesa perde il suo Signore, che si è identificato con essi fino a farli giudici definitivi del mondo”. E l’autore de Il diario di un curato di campagna, Georges Bernanos, scriveva nelle sue memorie Les enfants humiliés: “Io dico che i poveri salveranno il mondo, e lo salveranno senza vederlo, lo salveranno malgrado loro stessi, non chiederanno in cambio nulla per questo, semplicemente perché non conoscono il prezzo del servizio prestato”.