Lo Spirito “soffia dove vuole”, non si ferma alle nostre frontiere. Il Mistero pasquale raggiunge tutti e tutte nel mondo, nel modo che Dio conosce, come ci insegna il Concilio (Gaudium et spes 22). Tutti siamo fratelli e sorelle perché uno è il Padre. Fratellanza umana non è dunque relativismo. Ciascuno e ogni Realtà di appartenenza è chiamato a donare la luce che ha incontrato o che lo ha investito.
Io cattolico sono chiamato a donare e condividere “il tesoro” che mi è stato dato di scoprire: Gesù di Nazareth. Sono affascinato dalle parole, dai gesti e soprattutto dalla firma che Gesù ha messo alla sua missione con la croce. Con la potenza dello Spirito – abbraccio eterno d’amore tra il Padre e il Figlio – ha portato la sua umanità ferita alla Risurrezione.
Il piano di Dio si colora con tutte le vere espressioni religiose, ma la fonte è una: Dio. Più i segmenti si avvicinano al centro (Dio), più si avvicinano tra loro. In Gesù, Dio ha mostrato il suo volto. Questa è la nostra fede. “Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio” (Ap 1,1-2).
Il Dio di Gesù è papà misericordioso; cerca l’uomo ferito, nella sua quotidianità; lo rende partecipe della sua stessa vita: dignità, perdono, amore, gratuità, dono di sé. Non è ideologia ma esperienza di vita nuova, di gioia, di comunità. I credenti “Erano perseveranti nell'insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere… erano un cuore solo e un'anima sola” (At 2,42; 4,32). La pienezza di questa comunione e unità sarà nella Casa del Padre. È nella relazione e nel dono reciproco che si costruisce la comunione. Anche la natura, il creato, rivela la relazione come componente essenziale della vita. Ciao, Silvio.